Allarme di Confcommercio: "Rappresentanti ’a rischio’. Calo di 250 unità in 5 anni"

Davide Govi, presidente provinciale Fnaarc: "Sono numeri che fanno riflettere. Noi siamo il motore delle piccole e medie imprese e facciamo la differenza".

Allarme di Confcommercio: "Rappresentanti ’a rischio’. Calo di 250 unità in 5 anni"

Allarme di Confcommercio: "Rappresentanti ’a rischio’. Calo di 250 unità in 5 anni"

Negli ultimi cinque anni il numero degli agenti e rappresentanti in provincia di Modena è calato di oltre 250 unità, di cui oltre il 20% nei settori dell’abbigliamento e dei macchinari, il 10% nei comparti dei materiali da costruzione e dei prodotti alimentari: nel primo trimestre del 2019 erano 3.063 gli intermediari modenesi, diventati, a marzo del 2024, 2.806.

"Sono numeri che devono fare riflettere – afferma Davide Govi, Presidente provinciale di Agenti Fnaarc-Confcommercio – e che sono purtroppo in linea con quelli elaborati dalla nostra Federazione a livello nazionale: negli ultimi anni è diminuito di 4.000 unità all’anno il numero di rappresentanti di commercio, che ora sono 209.000 a fronte di 57.000 aziende mandanti, con un’eta media sempre più alta (52 anni) e 18.000 colleghi prossimi alla pensione".

"Così le aziende perdono presidi sul territorio , nel mercato ed opportunità di fatturato – continua Govi – , perché noi siamo il motore delle pmi modenesi e facciamo la differenza nelle reti commerciali delle aziende, intermediando il 70% del Pil del nostro Paese e creando ricchezza nelle zone in cui lavorano: molte piccole e medie imprese, che rappresentano la spina dorsale dell’economia modenese, si sono sviluppate e continuano a vendere i propri prodotti e servizi grazie alla figura professionale dell’agente di commercio che, gestendo in prevalenza più mandati contemporaneamente, riesce a sostenere i costi della propria attività garantendo una presenza commerciale sul mercato anche a chi non potrebbe permettersela".

"Anche nel modenese – dichiara Govi - oltre due terzi degli agenti sono plurimandatari, le donne agenti di commercio sono attorno al 15% ed in tanti casi il ricambio generazionale, se non aiutato dalle aziende, è complesso: fisco troppo oneroso che non invoglia ad intraprendere l’attività di agente; costi di gestione dell’attività gravosi e condizioni contrattuali spesso non conformi agli accordi economici collettivi (aec) stipulati a garanzia di entrambe le parti.

Vogliamo collaborare con le case mandanti per rilanciare la figura dell’agente di commercio, dobbiamo essere alleati con le aziende – conclude il presidente provinciale di Agenti Fnaarc – perseguendo l’obiettivo comune dello sviluppo delle vendite. Per farlo, serviamo entrambi: agente di commercio e casa mandante. Senza una delle due parti le reti commerciali sono a rischio. Ecco perché chiediamo alle case mandanti un confronto per comprendere insieme come favorire questo ricambio generazionale e garantire condizioni eque ad entrambe le parti affinché continuino, insieme, ad ottenere risultati e condividere successi".

r.m.