Alla riscoperta dell’olio d’oliva emiliano: "Ora coinvolgere i giovani"

Vignola, sabato in programma un convegno organizzato da Coer: "Turismo in crescita, fare sistema con il comparto vino"

Alla riscoperta dell’olio d’oliva emiliano: "Ora coinvolgere i giovani"

Modena ha una tradizione nelle produzioni di olio di oliva

Quando si pensa all’olio extra vergine di oliva vengono in mente la Toscana, la Puglia, la Liguria, da sempre capofila di produzioni consolidate, con cultivar monovarietali sempre più specifiche e territoriali, ma non si pensa mai all’Emilia e a Modena, forse perché qui da secoli è l’aceto balsamico a farla da padrone. Ma non è sempre stato così. Sembra difficile da credere, ma il territorio modenese nella sua storia ha saputo distinguersi fin dal Cinquecento per rilevanti produzioni di olio di oliva, poi per motivi sconosciuti l’oblio. Tuttavia la tendenza negli ultimi anni sembra invertirsi nella nostra provincia, dove assistiamo al nascere di piccole realtà produttive che soprattutto in collina puntano sull’olivicoltura, tanto che oggi sono oltre una decina i produttori che si stanno dedicando all’olio di oliva extravergine, qualcuno addirittura rendendosi autonomo dai frantoi, per frangere in proprio.

Di come fronteggiare la sfida dell’olioturismo, in virtù del recente decreto ministeriale che ha definito le linee guida, della valenza sociale e occupazionale e delle diverse tematiche del comparto, si parlerà sabato alle 10,30 nella Sala Consiliare del Comune di Vignola, nel corso di un convegno regionale sull’olio, organizzato da Coer (Consorzio Olioturismo Emilia-Romagna).

A tal proposito abbiamo incontrato Antonietta Mazzeo, Direttrice del Coer, esperta assaggiatrice, con all’attivo 1200 assaggi di olio ogni anno, organizzatrice dell’evento. Vignola è stata scelta come sede dell’evento essendo prossima ai produttori piccoli e medi, che maggiormente hanno iniziato in questi anni a dedicarsi all’olio extravergine di oliva. "Sono anni che mi batto per creare coesione fra i produttori, occorre coinvolgere i giovani che vogliono dedicarsi all’olio e avere strutture ricettive pronte ad accogliere il sempre crescente turismo dell’olio, raccontandosi e facendo sistema con il comparto del vino". La tradizione dell’olio nel modenese e in generale in tutta l’Emilia, va indietro di secoli, la conferma giunge da uno studio compiuto dall’Università di Parma che ha censito qualche anno fa diversi ceppi di ulivi, ancora presenti tra Modena e Piacenza, con piante anche di trecento anni.

"L’olio di oliva era un elemento fondamentale per il quotidiano dei nostri avi, un alimento prezioso, che si conservava e si barattava. Fin dai tempi dell’Antico Egitto, l’olio ‘vergine’ e il ‘lampante’ erano destinati alle classi meno abbienti, mentre i nobili potevano permettersi la ‘prima spremitura’, che era ricca di tutte quelle componenti nutrizionali, così importanti anche oggi per prevenire determinate patologie. Uno studio ha dimostrato che l’olio extra vergine d’oliva, con tutte le componenti dell’oliva sana, ha una molecola importantissima per noi l’ibuprofene, che è contenuta nel ‘Moment’ e contrasta i sintomi dell’emicrania, ma è solo uno dei tanti benefici dell’olio evo".

Tra le aziende modenesi che in questi anni si sono dedicate con successo alla produzione di olio extravergine di oliva, vanno ricordate: Tenuta Sereni a Villabianca; Tenuta Bellavista a Marano sul Panaro; Azienda Agricola Fantoni Roberta a Vignola; Fattoria Ricchi a Castelvetro.

Luca Bonacini