VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Alice, prima udienza fiume. Per la corte è femminicidio. Subito tensione in tribunale. La voce di Gaaloul: "Verità"

Ammessa la costituzione di parte civile di ’Casa delle Donne’ e Udi al fianco dei familiari. Il legale dell’imputato contesta la nullità dell’interrogatorio: decisione rinviata dopo 7 ore.

Alice, prima udienza fiume. Per la corte è femminicidio. Subito tensione in tribunale. La voce di Gaaloul: "Verità"

Alice, prima udienza fiume. Per la corte è femminicidio. Subito tensione in tribunale. La voce di Gaaloul: "Verità"

Una giornata lunga, sfiancante emotivamente e fisicamente con momenti di tensione, sguardi di sofferenza e lunghe soste volte ad assumere decisioni importanti ai fini processuali.

E’ così che si è aperto ieri il procedimento nei confronti di Mohamed Gaaloul, imputato nel processo per il terribile delitto di Alice Neri, mamma 32enne di Ravarino ammazzata a coltellate il 18 novembre del 2022 nelle campagne di Concordia e il cui corpo è stato dato alle fiamme all’interno dell’auto. L’imputato era presente in aula così come le parti offese: la mamma di Alice Neri con l’avvocato Cosimo Zaccaria e il fratello della vittima con l’avvocato Marco Pellegrini, che hanno invocato "verità e giustizia".

Assenti, invece, la moglie del 30enne tunisino ed il marito della vittima, Nicholas Negrini rappresentato al pari della figlioletta dal proprio legale Antonio Ingroia. Le tensioni, a dire il vero, si ‘respiravano’ ancor prima dell’inizio dell’udienza: era stata stata infatti scelta un’aula decisamente troppo piccola per accogliere tutti i presenti, a partire dalle volontarie delle associazioni antiviolenza che hanno chiesto di costituirsi come parti civili nel procedimento. Per questo motivo è stato subito invocato e ottenuto un cambio di aula: l’udienza è quindi iniziata dopo le 10.30 con oltre un’ora di ritardo nell’ex cinema di via Gherarda. La presidente della corte d’Assise, Ester Russo ha aperto il procedimento ricordando ai giornalisti presenti l’impossibilità di effettuare riprese e la presenza dei carabinieri in aula, deputati al controllo. Dopo di che la presidente si è rivolta alle parti: "So che ci sono stato conflitti tra le parti – ha esternato –. Ma non tollereremo toni alti, arrabbiati, da cinema. È un processo difficilissimo per un evento tragico e dobbiamo portarlo a compimento con serenità per il bene di tutti. Questo lo esigo".

A chiedere quindi di costituirsi parte civile l’associazione ’La Caramella Buona’, ’Casa delle Donne contro la violenza Odv’ di Modena e Udi, unione donne di Italia. Il legale dell’imputato, Roberto Ghini si è opposto alla costituzione delle associazioni ritenendo che allo stato il capo di imputazione non parli di femminicidio. Hanno quindi preso la parola i pm titolari del fascicolo, Claudia Natalini e Giuseppe Amara sottolineando come si sia invece trattato di femminicidio e come si sia in attesa dell’estensione dei reati da parte della Francia (al momento dell’estradizione dopo l’arresto furono contestati omicidio e distruzione di cadavere ma non la tentata violenza sessuale). Il presidente ha ritenuto che la questione si accerterà nel corso del dibattimento e come dagli atti emerga che la prevaricazione di genere ha un rilievo centrale.

Per questo motivo la Corte ha quindi ammesso la costituzione della ’Casa delle Donne’ e dell’Udi ma non quella dell’associazione ’La Caramella Buona’, dal momento che da statuto la lotta principale portata avanti è contro la pedofilia. Ammessa ovviamente la costituzione della mamma, del fratello e del marito della vittima. Il processo ha poi ripreso intorno alle 15.15 e la difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Roberto Ghini ha eccepito la nullità dell’interrogatorio, con conseguente nullità del decreto di giudizio immediato nei confronti del proprio assistito per poi sollevare un’eccezione relativa agli atti contenuti nel fascicolo del dibattimento, di cui ha chiesto lo stralcio. I pm Amara e Natalini così come l’avvocato Zaccaria si sono opposti. La corte si è quindi riservata anche sulla richiesta della difesa di effettuare ulteriori tre perizie. "Perizie che avevo già chiesto in sede di incidente probatorio – ha affermato Ghini – ovvero un esame di alcuni frammenti ossei dove ci sono tracce rosse che potrebbero essere ematiche, l’esame di un circuito elettronico ed uno sulla vettura: non è stato utilizzato olio ma benzina e cambia la dinamica dei fatti accaduti". L’udienza si è chiusa poco dopo le 17.30, dopo sette ore. All’uscita dall’aula l’imputato si è rivolto ai giornalisti presenti in quel momento invocando "verità". I legali della famiglia della vittima, Zaccaria e Pellegrini hanno sottolineato: "E’ stata un’udienza che ha registrato significativi elementi a nostro favore; sono state ammesse altre due parti civili in relazione alla natura del tipo di reato, ovvero un femminicidio. C’è un movente sicuramente di natura sessuale legato a precedenti comportamenti dell’imputato che emergeranno nel corso dell’istruttoria".