VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Alice Neri, delitto ricostruito in laboratorio. “Analizziamo gli schizzi di sangue”

La consulente nel team difensivo di Gaaloul: "Strana l’assenza di tracce ematiche sul borsello dell’imputato"

Modena, 11 gennaio 2023 – “La vittima ha riportato ferite anche sulle mani: è impossibile che non ci siano copiose tracce ematiche. E’ presumibile inoltre che Alice Neri sia stata accoltellata all’interno della vettura, altrimenti schizzi di sangue sarebbero stati trovati all’esterno del veicolo bruciato. Quello che ci chiediamo – e su cui stiamo svolgendo accertamenti – è: risulta possibile che il borsello dell’imputato sia rimasto lindo? Mi pare da escludere".

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A sinistra Raffaella Sorropago, criminalista che sta svolgendo esami sulle tracce ematiche in seguito all’efferato delitto e la vittima Alice Neri, trovata morta nel novembre 2022 a Fossa di Concordia
A sinistra Raffaella Sorropago, criminalista che sta svolgendo esami sulle tracce ematiche in seguito all’efferato delitto e la vittima Alice Neri, trovata morta nel novembre 2022 a Fossa di Concordia

Sono iniziate in questi giorni le prove di Bpa, ‘Bloodstain Pattern Analysis’ da parte del consulente nominato dall’avvocato Roberto Ghini, difensore dell’unico indagato, Mohamed Gaaloul accusato di aver brutalmente ucciso a coltellate la giovane mamma di Ravarino Alice Neri. Il delitto, lo ricordiamo, risale alla notte del 17 novembre del 2022, nelle campagne di Fossa di Concordia e il prossimo sette febbraio, alle ore 9.30, Mohamed Gaaloul è chiamato a presentarsi dinanzi alla Corte d’Assise. Ad effettuare dunque la simulazione del terribile delitto attraverso la nota tecnica, che permette di ricostruire l’evento attraverso lo studio delle tracce ematiche eventualmente presenti sulla scena del crimine, è il perito balistico del Tribunale di Roma dottoressa Raffaella Sorropago, titolare dello ‘Studio Balistico 911’ e criminalista, esperta in Bpa, nominata dal pm come consulente nel caso Pozzolo, per il quale venerdì sarà a Biella.

"Le prove vengono effettuate all’interno del mio studio balistico – spiega la dottoressa – con l’utilizzo straordinario della gelatina balistica, sostanza artificiale usata per testare scientificamente gli effetti causati dalla penetrazione dei proiettili e, in questo caso, della lama. Abbiamo recentemente effettuato il sopralluogo anche sul luogo del delitto – sottolinea ancora l’esperta – e ci stiamo lavorando, ma pare che non ci fossero tracce ematiche all’esterno della vettura".

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Sorropago spiega poi come l’analisi in questione sia volta a riprodurre ferite da arma bianca e verificare quanto sangue potesse essersi disperso nell’ambiente, quanto sul corpo della vittima e quindi sui vestiti del soggetto imputato, ovvero Gaaloul. "Riproduciamo le tracce attraverso lo studio della forza di coesione, ovvero la capacità del sangue di aderire agli oggetti con cui entra in contatto – spiega ancora l’esperta –. Stiamo cercando di capire se davvero sia possibile – come suggerito da terzi – che l’arma usata per uccidere con estrema brutalità la donna possa non aver trattenuto tracce ematiche, assorbite presumibilmente dagli abiti della vittima. Escludo che questa situazione sia possibile – rimarca – così come escludo che il borsello di Mohamed Gaaloul possa essere rimasto ‘candido’, soprattutto se l’arma vi è stata riposta. L’utilizzo del sangue sintetico ci permette di riprodurre gli eventi e capirn e le dinamiche: la vittima ha riportato lesioni da difesa sulle mani – spiega la criminalista – questo vuol dire che il sangue presente sulla scena del crimine era tantissimo".

“Ovviamente lo studio non è solo del sangue ‘a vista’ ma vengono anche effettuati accertamenti chimici, analizzando la scena con il luminol o altri prodotti per evidenziare eventuali tracce ematiche. Per non sporcarsi, per cancellare qualsiasi traccia avremmo dovuto trovarci di fronte ad un ‘genio del crimine’, particolarmente attrezzato. Cosa che prevederebbe un delitto premeditato ed è da escludere dal momento che i due non si conoscevano. L’accertamento è solo all’inizio – conclude l’esperta – ma sono certa che, trattandolo con reagenti chimici, avremmo dovuto trovare sul borsello dell’imputato tracce di sangue".

Il legale del tunisino, Ghini sottolinea: "Le attività di indagini difensive che stiamo svolgendo sono tante e sono complesse. Oltre a quelle relative alla Bpa ve ne sono anche altre in corso che stanno risultando, al pari di questa, sicuramente molto utili e che siamo certi aiuteranno tanto in Corte d’Assise".