Modena, 21 dicembre 2022 - Non c’è un giorno di sosta, neppure un’ora di pausa per gli inquirenti che da giorni concentrano tutte le loro forze per far luce sull’agghiacciante delitto di Fossa di Concordia. Infatti le indagini sull’omicidio di Alice Neri non sono affatto concluse: si scava nel passato della donna ma soprattutto nei contatti sui quali il presunto assassino Mohamed Gaaloul avrebbe potuto contare nelle ore precedenti la fuga in Svizzera ma anche in quelle precedenti alla stessa; forse proprio nelle ore del delitto. Pare sia stato isolato dna sul luogo dell’omicidio: tracce che potrebbero essere presto comparate con quelle del tunisino. Infatti proprio per domani è prevista l’udienza in cui Mohamed dovrebbe fornire il proprio consenso per la consegna all’Italia e quindi per l’estradizione. Mohamed potrebbe anche decidere, alla presenza del legale che lo assiste assieme all’avvocato Roberto Ghini del foro di Modena di rendere dichiarazioni spontanee. Secondo le indagini condotte dai carabinieri del nucleo investigativo, coordinati dalla procura tutti gli indizi portano a lui: non vi sarebbero dubbi sulla sua colpevolezza ma ogni giorno emergono dettagli che cambiano o comunque modificano la prospettiva. Rivelazioni che emergono dalle parole di diversi testimoni che, loro malgrado sono finiti in questa vicenda. Secondo la ricostruzione della procura Mohamed sarebbe arrivato intorno alle due al bar di Concordia, quel giovedì notte per poi andarsene e tornare in bicicletta alle 3 del mattino, come emergerebbe dai filmati di videosorveglianza.
P roprio l ’arrivo nel locale di Gaaloul in sella alla bicicletta e la presenza di quella stessa bici anche nelle ore successive – segno che la stessa non è stata utilizzata dal tunisino per tornare a casa – hanno fornito agli inquirenti la svolta nel caso Neri. Ma secondo un testimone che sempre quel giovedì notte, mentre Alice si trovava in compagnia del collega Marco, si trovava allo Smart Cafè Mohamed non sarebbe mai andato via dalla sala slot. In una intervista rilasciata in anonimato dall’uomo ad Alessandro Politi, inviato di Rai Uno per "Storie Italiane" il 29enne tunisino dalle 2 del mattino alle 3 (quando in teoria le telecamere immortalano il suo arrivo nel bar) non si sarebbe mosso dalle macchinette. Ecco allora che un quesito sorge spontaneo: era davvero Mohamed lo straniero che ha raggiunto il locale in bicicletta alle tre del mattino? O è stato il testimone a confondere gli orari? ‘Quella sera noi eravamo lì, io e un amico. Siamo andati via e siamo tornati all’1.30 e ci siamo accorti della ragazza, Alice, seduta al tavolino con un altro giovane. Dopo, mentre io stavo giocando ad una macchinetta è arrivato questo nordafricano: era la prima volta che io lo vedevo. È venuto lì vicino a me – ha sottolineato il testimone - io stavo giocando. Poi è arrivato un altro; gli ha detto due o tre parole e io gli ho regalato quattro euro. Ho finito la nostra partita e lui si è messo a giocare dove giocavo io. Dopo di che io e il mio amico siamo andati via, intorno alle 2.45 credo, forse le 3 ma quell’uomo, il tunisino, era arrivato alle due e fino a che io sono rimasto nel locale non se ne è mai andato’. Oggi, intanto, Mohamed si dichiarerà favorevole alla consegna all’Italia.
Valentina Reggiani