Delitto di Alice Neri, parla il ‘terzo uomo’: “Basta illazioni sul mio conto, la mia estraneità è accertata”

A parlare per la prima volta, attraverso il suo avvocato Rita Nanetti, del foro di Bologna, è un collega della 32enne uccisa la notte del 18 novembre 2022 a Concordia sulla Secchia

Modena, 5 dicembre 2023 – "Nonostante le indagini abbiano accertato la mia estraneità all'omicidio di Alice Neri, continuano ad essere diffuse accuse più o meno manifeste di una mia pretesa responsabilità nel suo femminicidio”. A parlare per la prima volta, in una dichiarazione all'Ansa attraverso il suo avvocato Rita Nanetti, del foro di Bologna, è un collega della 32enne uccisa la notte del 18 novembre 2022 a Concordia sulla Secchia, trovata bruciata all'interno della sua auto.

Questa persona non è mai stata indagata e il Gip di Modena, nel respingere una richiesta di accertamenti tecnici su di lui, aveva spiegato che le indagini consentivano di escludere con certezza la sua presenza nella zona del delitto.

Mohamed Gaaloul a processo per il femminicidio di Alice Neri, prima udienza il 7 febbraio 2024
Mohamed Gaaloul a processo per il femminicidio di Alice Neri, prima udienza il 7 febbraio 2024

Prima udienza 7 febbraio

Per l'omicidio è fissata la prima udienza in Corte di assise a Modena il 7 febbraio 2024, imputato il tunisino Mohamed Gaaloul, fermato in Francia dove per Procura e carabinieri era fuggito. Inizialmente sono stati indagati anche il marito di Alice e un altro collega, che aveva passato la serata con la vittima, e poi archiviati.

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Il duro sfogo del ‘terzo uomo’

"È un anno che sono destinatario di quelle che, a mio avviso, si possono definire infondate illazioni diffamatorie, in quanto mi si vorrebbe accusare della tragica morte di Alice. Ancora oggi, nonostante le indagini abbiano accertato la mia estraneità all'omicidio di Alice, per cui a breve si aprirà il processo a carico di Mohamed Gaaloul, continuano ad essere diffuse informazioni sulla mia provenienza, sulla composizione della mia famiglia e sulle mie scelte lavorative, su dettagli anche intimi del mio rapporto con Alice, con accuse più o meno manifeste di una mia pretesa responsabilità nel suo femminicidio”.

"Nei miei confronti - spiega ora chiedendo di mantenere la privacy - viene utilizzato l'appellativo di 'terzo uomo’ ma, date le informazioni diffuse, è nota la mia riconoscibilità quantomeno nel contesto locale. Fin dall'inizio sono stato sentito dagli inquirenti come persona informata sui fatti e ho prestato totale collaborazione alle indagini, dal prelievo del Dna alla messa a disposizione del mio cellulare”. E prosegue, lasciando intendere di aver presentato querele: “Voglio e devo dire basta a tutto questo, anche a tutela mia famiglia. Ho deciso di rivolgermi ad un legale per tutelare la mia persona. Ora sarà l'Autorità giudiziaria ad esprimersi in merito”.