Modena, 30 novembre 2022 - "Ho fatto un giro sul luogo del ritrovamento, mi sono avvicinato. Non c’ero mai andato prima ma volevo dare un’occhiata al posto, alla zona, sentirmi più vicino a mia sorella. L’interrogatorio di mio cognato è saltato, forse perchè gli inquirenti sono in attesa dei risultati delle attività investigative. Speriamo che arrivino presto ad una svolta perchè questa attesa rappresenta per tutti noi una grande sofferenza e, nel frattempo, un assassino è a piede libero". Ma al momento non ci sarebbero sviluppi sull’omicidio di Alice Neri, la 32enne di Rami di Ravarino il cui corpo è stato trovato carbonizzato nel baule della sua stessa auto data alle fiamme, nelle campagne di Concordia.
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Matteo Marzoli, fratello della vittima, sottolinea come i tanti punti oscuri della vicenda potrebbero essere chiariti forse grazie al telefonino di Alice ma al momento non è chiaro se sia stato recuperato almeno in parte dagli inquirenti, che hanno tra le mani quello del marito, indagato per omicidio insieme a un collega della vittima: l’ultimo a vederla in vita giovedì sera della settimana scorsa.
Inoltre anche i 'buchi' temporali sono parecchi: Alice, all’uscita dal bar di Concordia, alle 3 del mattino si sarebbe fermata almeno dieci minuti all’interno dell’auto mentre l’amico sardo si sarebbe allontanato in direzione della sua abitazione, a San Possidonio. Dove stava andando Alice alle 3 del mattino? Doveva incontrare qualcuno? La direzione della sua auto era a nord e non verso casa, a Ravarino ma neppure verso il luogo in cui è stata trovata cadavere. "Secondo noi l’assassino sapeva dove andare a fare quello che ha fatto; la Bassa la conosco bene, l’ho battuta parecchio e quello è un posto dove non capiti per caso se non lo conosci – sottolinea il fratello di Alice. Ci devi andare con la consapevolezza di dove stavi andando". In questi giorni i carabinieri che indagano sul femminicidio hanno sentito anche le amiche più intime della vittima, anche per capire se nella sua vita fossero ‘entrate’ nuove persone, nuove amicizie.
"Se ci fossero stati problemi con qualche persona lo avrei saputo perchè Alice sarebbe venuta da me – sottolinea Matteo Marzoli – fino a venerdì mattina alle 7 il suo telefono squillava anche se a distanza di qualche tempo scattava la segreteria. Mio cognato ha detto che le telefonate venivano rifiutate con tempistiche diverse ma l’ultima posizione registrata delle 3.40 era a cinquanta metri dal bar, spostata verso il semaforo. C’è un assassino a piede libero e continuerò sempre a dire che per mia sorella non c’è più nulla da fare ma vanno salvaguardate altre donne e mamme".