Modena, 3 dicebre 2022 - "C’è un altro l ivello della vita di questa ragazza che va capito, studiato ma io ci vedo una premeditazione nel delitto: infatti sembrerebbe essere stato usato accelerante per dare alle fiamme l’auto e quindi il corpo della vittima. Chi l’ha usato doveva esserselo procurato".
Omicidio di Alice Neri, il mistero delle chat cancellate
La nota criminologa Roberta Bruzzone interviene così sull’omicidio della giovane mamma di Rami di Ravarino Alice Neri, trovata carbonizzata a Concordia.
In queste ore è calato un silenzio tombale sull’agghiacciante vicenda, segno che probabilmente gli inquirenti sono vicini a risolvere il caso.
In paese c’è chi parla di nuovi indagati iscritti nel fascicolo con l’ipotesi di reato di omicidio volontario ma dagli investigatori non è arrivata alcuna conferma.
"La mia idea è che abbiano una pista chiara – afferma Bruzzone – sicuramente quello dello stalker all’interno dell’azienda è uno scenario da approfondire ma in questa storia c’è un pregresso, non qualcosa che è scaturito dall’oggi al domani. Credo ci sia stata un’evoluzione nel ‘rapporto’ che ha comportato del tempo: un’escalation di questa portata non può essere avvenuta in tempi recenti".
Secondo la famosa criminologa si tratta appunto di un omicidio premeditato. "Il fatto stesso di usare un accelerante per distruggere tutto ci dice che è una persona che già era parte delle relazioni di questa ragazza: ha cancellato ogni traccia possibile e un legame con la vittima ce l’ha. Potrebbe essere un ‘soggetto’ già noto alle forze dell’ordine e sicuramente parliamo di un movente passionale, di una pista relazionale. La vittima – continua Bruzzone – non aveva contatti con ambienti malavitosi e non possiamo quindi ipotizzare che abbia visto qualcosa che non doveva".
Alice, dopo il lungo aperitivo al bar con il collega sardo e odierno indagato attese circa dieci minuti prima di mettere in moto l’auto. "Il fratello ha spiegato che Alice aveva il vizio di attendere: una volta entrata in auto si metteva al telefono quindi quello era uno schema comportamentale consolidato. Ma a quell’ora difficilmente dedichi tempo al cellulare, a meno che non ci siano stati contatti con l’assassino proprio in quel fragente. Qualcosa in quei dieci minuti sicuramente è successo. Anche la scelta del luogo è significativa – continua la criminologa - il punto in cui è stato trovato il cadavere non mi pare un luogo da coppiette: è una zona desolata scelta apposta per avere il tempo di commettere un delitto e disfarsi del corpo".
La criminologa ipotizza anche un identikit dell’assassino: "Secondo me ci troviamo dinanzi ad un soggetto non giovanissimo, che ha una certà maturità e che ha mostrato un certo controllo anche nei vari passaggi di questa terribile vicenda. Se la vittima, come pare che sia, è rimasta in balia di questo soggetto per 24 ore vuole dire che l’assassino è riuscito a gestire la situazione e che ha una capacità organizzativa elevata. Per questo non mi stupirebbe se si trattasse di un soggetto che già ha avuto qualche contatto con la giustizia. E’ fondamentale – conclude Bruzzone – ricostruire la vita di Alice, scavare nelle sue relazioni perchè questa persona delle tracce le avrà lasciate e non è necessario cercare troppo lontano".