Modena, 16 marzo 2023 – Nello spazio di tempo in cui si ritiene che Alice Neri sia rimasta appartata con Mohamed Gaaloul, tra le 4 e le 5 del mattino, può essere accaduto di tutto: una lite, una colluttazione sfociata nell'omicidio e “si può ipotizzare anche un movente sessuale”, con una violenza o un tentativo di aggressione.
Lo scrive il tribunale della Libertà di Bologna, nell'ordinanza di rigetto del ricorso del tunisino 29enne, arrestato in Francia a dicembre e indagato da Procura e carabinieri di Modena per omicidio e distruzione del cadavere della 32enne carbonizzata nella sua auto, bruciata nella notte del 18 novembre a Concordia (Modena).
In ogni caso, sottolineano i giudici, l'attuale assenza di certezza di movente “non appare qui elemento idoneo a scalfire il robusto quadro indiziario esistente a carico dell'indagato”.
Gaaloul, ricostruisce il tribunale, è l'ultima persona che ha trascorso del tempo con Alice, salendo in auto con lei all'uscita del bar dove la donna aveva passato la serata con un collega ed "è colui che, infine, ha dato fuoco alla vettura col corpo della ragazza”.
Importante, in tal senso, è la testimonianza dell'amico raggiunto dall'indagato la mattina, che ha detto di averlo visto senza giubbotto e con gli abiti sporchi di olio, presumibilmente il combustibile del rogo.
Proprio l'amico e altri due connazionali che vivono con lui sono stati sentiti sul punto in incidente probatorio.
Per i giudici, inoltre, non ci sono prove che Alice sia morta per un mix di stupefacenti, come ipotizzato dalla difesa, avvocato Roberto Ghini: "Non può dirsi dimostrato - dice il tribunale - che quella mattina avesse assunto cocaina”. Infine, “non è dato comprendere come si possa sostenere che l'indagato non sia fuggito”, dal momento che si è sottratto a due tentativi di cattura all'estero. Per l'avvocato Cosimo Zaccaria, difensore dei familiari di Alice, emerge una “situazione di gravissima gravità indiziaria, resa ancora più evidente dagli esiti confermativi dell'incidente probatorio”.
Il tribunale del Riesame, sottolinea, “ha voluto rimarcare l'assenza di uso di stupefacenti da parte di Alice, circostanza questa che impone maggior rispetto alla sua memoria”.