VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Alice Neri uccisa e bruciata, il giallo del movente: "Delitto passionale". È guerra di perizie

Unico imputato il 30enne Mohamed Gaaloul, la procura: gravi indizi La difesa: "Non può essere stato lui, emergeranno piste alternative". E Ingroia, legale del marito della vittima: indagate su un ex collega

Modena, 14 gennaio 2024 – C’è una sola certezza al centro di un dolore che non scomparirà mai e di innumerevoli misteri: Alice Neri, 32 anni, è stata barbaramente ammazzata con almeno sette coltellate nella notte tra il 17 e il 18 novembre del 2022 nelle campagne di Fossa di Concordia, nel Modenese. L’atroce delitto ha strappato a una bambina la sua mamma e a una famiglia la persona amata. Per il resto, il processo è ancora tutto da ‘scrivere’, così come mai si è dissipata la nebbia sull’eventuale movente. È atteso infatti il 7 febbraio davanti alla Corte d’Assise Mohamed Gaaloul, trentenne tunisino, unico imputato per il terrificante delitto.

Alice Neri, 32 anni, sorridente insieme al marito Nicholas Negrini; nel tondino Mohamed Gaaloul, tunisino di 30 anni, arrestato in Francia nel dicembre del 2022
Alice Neri, 32 anni, sorridente insieme al marito Nicholas Negrini; nel tondino Mohamed Gaaloul, tunisino di 30 anni, arrestato in Francia nel dicembre del 2022

Le accuse nei confronti dello straniero catturato a dicembre del 2022 in Francia – che si è sempre proclamato innocente – sono quelle di omicidio volontario e distruzione di cadavere. Secondo la procura, vi sono gravi indizi contro lo straniero, difeso dall’avvocato Roberto Ghini, a partire dal fatto che qualche giorno dopo l’omicidio Gaaloul scappò all’estero. Quella notte, la vittima incontrò un collega al bar di Concordia, inizialmente indagato al pari del marito della donna: entrambi sono stati ritenuti assolutamente estranei alla vicenda. Intorno alle 3.40 del mattino, però, le telecamere del locale ripresero il tunisino nei pressi dell’auto della vittima. Fu proprio Gaaloul a confermare di avere accettato un passaggio da Alice quella notte.

Le perizie hanno confermato come il dna della vittima si trovasse sulla tracolla del borsello dell’indagato e, viceversa, il dna di Gaaloul è stato individuato sul mozzicone di sigaretta di Alice. Ma a oggi ci sono ancora numerose perizie in corso: infatti, la difesa dello straniero ritiene impossibile che l’assassino, a fronte di colpi inferti con tale violenza – almeno sette –, non sia stato attinto da schizzi di sangue. Ecco perché l’avvocato Ghini ha nominato una consulente di parte, il perito balistico del Tribunale di Roma, dottoressa Raffaella Sorropago, esperta in Bpa. Il perito ha iniziato in questi giorni le prove di Bpa, ‘Bloodstain Pattern Analysis’, per ricostruire la dinamica dell’efferato delitto. "Sono talmente tanti gli errori commessi in fase di indagini e talmente rilevanti sono le questioni rimaste sospese (e che la procura non ha risolto o affrontato) – sottolinea l’avvocato Roberto Ghini – da farmi guardare al processo con ottimismo: sarà quella la sola sede dove tali questioni potranno trovare soluzione. Che si arrivi in Corte di Assise con una enorme quantità di circostanze di fatto non risolte non è certo imputabile a questa difesa, ma piuttosto a chi ha avuto una incomprensibile fretta nel voler chiudere questa indagine. Le complesse attività di investigazione difensiva che abbiamo svolto apriranno, di questo sono certo, nuovi scenari. Emergerà non solo l’esistenza di piste alternative che non sono state percorse ma anche, e soprattutto, la materiale impossibilità che autore dell’omicidio sia stato il mio assistito".

Poi c’è l’ex pm Antonio Ingroia, legale di Nicholas Negrini, marito della donna, che ha chiesto alla procura di estendere le indagini preliminari, escludendo un delitto d’impeto, ma sottolineando come il movente dell’omicidio sia di natura passionale (la giovane mamma è stata uccisa a coltellate, poi l’assassino ha dato fuoco alla sua auto, dopo avere trascinato all’interno il corpo della vittima). Ingroia ha chiesto anche, attraverso una memoria, di inserire nel fascicolo degli indagati un ex collega della vittima. A intervenire pure i legali della famiglia di Alice, gli avvocati Cosimo Zaccaria e Marco Pellegrini, che invitano al ‘silenzio’ in merito agli aspetti tecnici emersi in questi giorni. "Ancora una volta il nostro è un richiamo al rispetto – sottolineano gli avvocati –. Rispetto di Alice, ancora privata, oltre che della vita, di un degno funerale, rispetto della sacralità del processo. Questo lo afferm iamo, e ne siamo convinti, nell’interesse di tutti".