Modena, 22 novembre 2022 - "Ho accompagnato io mia sorella Alice all’altare il giorno del suo matrimonio. Ho undici anni più di lei e le ho un po’ fatto da papà oltre che da fratello maggiore. Ora me l’hanno portata via per sempre".
Aggiornamento: L'esame del Dna, in campo i Ris - Il marito: "Siamo spezzati, ora devo proteggere mia figlia"
Matteo Marzoli, il fratello di Alice Neri, la 32enne il cui corpo è stato trovato carbonizzato dentro alla sua macchina, a Fossa di Concordia, venerdì notte, parla a voce bassa ricordando la sorella che non c’è più.
Quella sorella così amata che lui ha cresciuto insieme alla mamma Patrizia, zio innamorato e felice della nipotina di quattro anni, figlia di Alice. "E’ sempre stata la mia ‘bimba’ – racconta Matteo – io ero il suo ‘supereroe’, quando Alice aveva problemi da risolvere si rivolgeva sempre a me".
E proprio il suo supereroe, dopo la sparizione di Alice giovedì sera, ha girato senza sosta per tutta la giornata di venerdì per Concordia, alla disperata ricerca di sua sorella. "Mio cognato Nicholas ed io, grazie al localizzatore del telefono di Alice, siamo riusciti a risalire al posto dove era stata l’ultima volta che il cellulare è rimasto acceso. Per tutto il pomeriggio ho setacciato il paese e la campagna con la speranza di vedere la sua macchina. A posteriori, mi pare di poter dire anche di essere passato vicino al luogo del ritrovamento".
"Verso sera mio cognato è riuscito a darmi il nome del bar dove mia sorella è stata vista l’ultima volta. Sono andato a parlare con il barista che mi ha confermato di averla vista con un coetaneo in atteggiamenti assolutamente di amicizia e tranquillità. Ad adesso, posso solo dire che l’unica ‘colpa’ di questo ragazzo è quella di essere stato al bar a bere un aperitivo con mia sorella. Certo – ammette Matteo – i pensieri che vengono sono tanti ma trovare le prove e formulare le accuse non è mio compito. C’è una grande squadra investigativa che da quando mio cognato ha denunciato la scomparsa di Alice, sta lavorando ininterrottamente giorno e notte, e io non posso che ringraziare queste persone che stanno cercando la verità".
"Se mi spaventano le cose spiacevoli che potrebbero emergere? Certo – continua – per ora sto cercando di mantenere la razionalità, con la speranza che la verità venga a galla presto, prima di perdere questa poca lucidità che mi resta: sono un essere umano e qualcuno ha ucciso mia sorella. Un passo alla volta, stiamo vivendo un incubo pazzesco. Sto vicino a mamma, siamo una grande famiglia molto unita e ci sono tante persone che ci vogliono bene e che si sono mobilitate per stare con noi h24. Senza questo supporto di affetto, il rischio è quello di impazzire".
"Mio cognato – conclude Matteo – ora pensa a proteggere la loro meravigliosa bimba, sta cercando di salvaguardarla il più possibile. Non riesce neanche più a tornare a casa sua, sempre assediata da tutti. Sta con la sua bimba".