Modena, 13 marzo 2023 – La casa a soqquadro, i cassetti aperti, le scarpe sul tavolo. L’auto sparita dal garage e Alessandro nel suo letto, sotto le lenzuola, privo di vita probabilmente da ore. Cosa è successo nell’appartamento di via Bassa Paolucci a Casinalbo di Formigine, dove venerdì pomeriggio è stato trovato il cadavere di Alessandro Gozzoli, consulente del lavoro di 41 anni originario di Bazzano?
Le risposte gli inquirenti le stanno cercando ora nelle immagini di videosorveglianza della zona ma, soprattutto, all’interno del cellulare della vittima, sottoposto a sequestro.
La scientifica, venerdì sera ha lasciato l’appartamento al primo piano della recente palazzina con decine di sacchetti contenenti reperti: indumenti e non solo, ritenuti potenzialmente importanti ai fini delle indagini. Sopra agli stessi, infatti, potrebbero esserci le tracce dell’assassino.
La procura ha aperto un fascicolo e l’ipotesi di reato dovrebbe essere quella di omicidio, anche se non è chiaro se volontario o preterintenzionale.
Poco importa a fronte di una morte così agghiacciante: il 41enne, infatti, è stato trovato legato mani e piedi e il decesso potrebbe essere avvenuto nella notte e per asfissia.
Si ipotizza anche un gioco a sfondo sessuale finito male ma non è possibile escludere a priori una rapina sfociata nel ‘sangue’ - mancherebbero oltre all’auto alcuni oggetti dalla casa della vittima - così pure di una sorta di terribile ‘vendetta’, anche se Alessandro aveva tantissimi amici ed era benvoluto da tutti.
"Lavorava tanto e ultimamente preferiva restare in casa, piuttosto che uscire", affermano gli amici che escludono categoricamente cattive frequentazioni da parte della vittima. Tanto potranno dire quindi i tabulati telefonici: il cellulare del 41enne, infatti, potrebbe racchiudere gli ultimi contatti di giovedì sera. Risulta fondamentale ricostruire le ultime ore di vita dell’uomo, partendo dal presupposto che – alle 19 di giovedì sera – Alessandro aveva risposto ad un amico e si era mostrato assolutamente tranquillo.
I carabinieri scandaglieranno anche alcune app di incontri: forse il 41enne, descritto come una persona particolarmente socievole e di buon cuore, ha ingenuamente aperto la porta di casa (che non risulta forzata) a quello che si è rivelato essere il suo assassino o ai suoi assassini.
A lanciare l’allarme, venerdì pomeriggio, sono stati i datori di lavoro della vittima che con la sorella si sono recati a casa del 41enne dal momento che non si era presentato in ufficio e non rispondeva da ore al telefono.
Il primo ad entrare in casa è stato un amico medico della vittima, che ha trovato il giovane nel suo letto, ormai privo di vita. Il papà della vittima – che si era recato sul posto assieme alla sorella – una volta capito quando accaduto ha avvertito un malore ed è stato soccorso dai sanitari del 118.
Gli accertamenti della medicina legale e della scientifica sono proseguiti fino a tarda notte ed ora si attende la nomina dei periti, da parte della procura e la fissazione dell’esame autoptico, al fine di far luce sulle esatte cause del decesso.