di Stefano Marchetti
"Andate fino in fondo ai vostri sogni", è l’invito degli artisti del Cirque Bidon. Un po’ come ha fatto François Rauline, ’padre’ fondatore e patriarca di questo piccolo circo francese che, come una volta, si muove su classiche carovane trainate da cavalli e ci offre una proposta che si basa sulla fantasia, sul colpo di genio, sul gesto atletico e sulla simpatia. "Chacun ses rêves", a ciascuno i propri sogni, è il titolo dello spettacolo con cui il Cirque Bidon è tornato in Emilia Romagna, dopo alcuni anni: fino a domani sarà al parco Rocca Rangoni di Spilamberto, poi da martedì 4 a martedì 11 tornerà a Modena dopo 25 anni, attendendo il pubblico al parco Amendola. Al Cirque Bidon lo spettacolo inizia già accomodandosi attorno alla piccola pista. Qui – come si scopre un po’ alla volta – tutti fanno tutto: il giocoliere è anche clown, la trapezista (fintamente svampita) è anche provetta amazzone, il fisarmonicista partecipa alle gag. I cavalli fanno il giro della piccola pista, e tre pazienti galline (immancabili, in ogni spettacolo firmato Bidon) stanno appollaiate sul filo da esperte equilibriste. E François, che assomiglia a un Mangiafuoco dal cuore buono, sta seduto ai bordi dello chapiteau, come un nume tutelare della curiosa troupe, poi si prende la scena con un dolcissimo somarello: "Vedete? Lui non fa niente di niente. Ma lo fa bene – dice ironico –. È un filosofo, direi quasi epicureo". Nello spettacolo un balletto sulla nostra mania di essere sempre connessi.
Al Cirque Bidon bisogna andare con uno spirito bambino. Portateci i bimbi, ricordate di prendere qualche cuscino da casa per stare più comodi, e poi lasciate che siano i sogni a guidarvi, "Ho lasciato tutto per seguire il destino che probabilmente non era il mio – è la poesia che sentirete recitare, ed è anche la filosofia del Cirque Bidon –. Un po’ di fortuna, un po’ di pane. Amici trovati lungo la strada. È come una festa. E se la mia stella fortunata fosse ancora lì domani, arriverà fino alla fine del mio sogno e oltre...".