Agricoltura in ginocchio "Questo meteo ’pazzo’ ci getta nello sconforto"

Notari, presidente Cia: "Prima la siccità, poi il gelo e i nubifragi . In pochi minuti la grandine ha spazzato via il lavoro di un anno intero".

di Giorgia De Cupertinis

Con sempre più violenza, la morsa del maltempo continua a stringere tra le sue "ganasce" le speranze degli agricoltori. E per chi nei campi coltiva il frutto del proprio futuro, il cielo – non a caso – si fa sempre più nero.

Già negli ultimi mesi, lo scenario non è stato dei migliori: le gelate di aprile, le abbondanti piogge di maggio e le grandinate di giugno e luglio hanno infatti colpito pesantemente le coltivazioni di pere e ciliegie, con perdite dei raccolti stimate intorno all’80-90%. Un disastro che rischia di provocare un’emorragia di almeno cinquecento posti di lavoro tra fissi e stagionali, così come confermato dall’allarme lanciato dal sindacato Fai Cisl Emilia Centrale. Ma a sommarsi all’equazione, sono anche le torride temperature che hanno caratterizzato le ultime due settimane: il risultato, quindi, è un meteo totalmente instabile e impazzito, che rappresenta oggi più che mai una delle difficoltà maggiori per gli stessi agricoltori.

E così, dopo giorni roventi, ieri alcuni attimi di terrore sono letteralmente "grandinati" nei campi della provincia, colpendo con violenza le zone della Bassa, come Mirandola, Finale Emilia, Concordia, San Possidonio, San Felice e altre ancora, dove sfere di ghiaccio grosse come palline da tennis sono piovute dal cielo con violenza.

"Al momento, gli agricoltori sono demotivati, in pieno sconforto – riavvolge il nastro Alberto Notari, presidente Cia-Agricoltori Italiani Emilia Centro –: questi sono attimi che con violenza portano via quello per cui si è lavorato con grande sacrificio, anche per un anno intero. Abbiamo visto immagini disastrose, con pere cadute a terra e accanto chicchi di grandine grossi come le stesse pere: eravamo in fase di pre raccolta e purtroppo ciò che non era sotto rete è andato irrimediabimente perso. Ora è ancora troppo presto per dirlo, ma probabilmente per quanto riguarda gli impianti senza rete ci potrebbero essere perdite intorno al 90%. Stiamo telefonando agli associati per avere un quadro sempre più dettagliato".

Questo meteo, quindi, sembra non permettere agli agricoltori di dormire sonni tranquilli. "Quello che ci preoccupa di più è la frequenza: la grandine, come ben sappiamo, è sempre stata uno dei mostri più temuti dagli agricoltori, uno dei pericoli maggiori. Ma mai si è vista così spesso come quest’anno".

Lo scenario "è quindi sempre più altalenante – conferma Notari -: se riavvolgiamo il nastro, il 2022 è stato l’anno più siccitoso degli ultimi cento anni, dove si è fatto fatica a mettere via delle riserve. Dopodiché, abbiamo fatto i conti con un inverno caldo e arido di piogge e successivamente, il mese di aprile, non è mancata una gelata che ci ha falcidiato: ormai è difficile anche solo fare delle previsioni. È vero, fortunatamente ci sono tante innovazioni per essere resilienti, ma non sempre si riesce a contenere tutti i disagi".

Fa eco Gianfranco Corradi, presidente Confagricoltura Modena: "Le difficoltà ci sono, da diverso tempo. Siamo passati a parlare di siccità, fino poi a passare alle problematiche legate al gelo, alla grandine: sotto questo punto di vista, ora come ora, non si riesce più a essere costanti".

"La caduta della grandine – aggiunge il direttore di Coldiretti Emilia-Romagna, Marco Allaria Olivieri – è la precipitazione più dannosa per le nostre campagne a causa delle perdite irreversibili che provoca alle coltivazioni, mandando in fumo un intero anno di lavoro". Coldiretti, inoltre, invita gli agricoltori a presentare quanto prima le segnalazioni al fine di poter delimitare e censire nel dettaglio le aree colpite e avviare le procedure volte all’ottenimento dei benefici di legge e quindi il ristoro dei danni patiti.