REDAZIONE MODENA

Agricoltura al centro : "Anni di sofferenza, ma ora le produzioni tornano a crescere"

La Regione ha stanziato 600mila euro per promuovere la pera Igp. Notari (Cia): "Annata migliore, ma il caldo può essere pericoloso". Zanni (Coldiretti): "La vendemmia? Abbiamo buone prospettive".

Alberto Notari, presiente di Cia

Alberto Notari, presiente di Cia

Mentre la Regione rende noto di avere stanziato 600mila euro per promuovere la Pera dell’Emilia-Romagna Igp attraverso un bando che intende difendere una produzione di eccellenza nazionale della nostra provincia, nelle campagne modenesi si cominciano a tirare le prime somme di una stagione che – per fortuna – non è stata caratterizzata dai disastri di altri anni. "Siamo una regione leader nella produzione di pere, e questo – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi – nonostante il comparto sia stato penalizzato da eventi climatici avversi e da attacchi di patogeni, che hanno provocato ingenti danni economici e produttivi. Ma, nonostante i problemi causati dai cambiamenti climatici, puntiamo sulla bontà e sulla qualità di questo prodotto, e per questa ragione vogliamo contribuire a rafforzarne la promozione per farlo conoscere sempre di più al mercato e ai cittadini". E partendo proprio dalle pere, un prodotto di cui a Modena fino a pochi anni fa si raccoglievano oltre un milione di quintali, ma che - in questi ultimi anni - ha visto un progressivo abbandono di superficie coltivata causa intemperie e malattie, quest’anno le cose sembrano andare decisamente meglio e ci si attende un ritorno ai livelli del 2022. "Per le pere – annota Alberto Notari, presidente provinciale Cia Emilia Centro – si può parlare di annata con un carico produttivo apparentemente discreto. L’ incognita è il supercaldo che potrebbe compromettere la pezzatura, come già accaduto in passato. Qualche problema può venire da patologie come la maculatura bruna del pero, difficile da contenere".

Stime condivise anche dal direttore di Coldiretti Modena, Marco Zanni. "Dopo le ultime annate disastrose, causa grandine, siccità, cimice asiatica, malattie fungine, la produzione – dice Zanni – è tornata sui livelli medi. Anche la qualità è buona". Le notizie che vengono dal mondo dei pericoltori – vista la sua rilevanza nel modenese - rassicurano e gettano un poco di sereno su tutto quanto il mondo agricolo. Passando in rassegna ciò che accade per le altre produzioni, infatti, si può comprendere che intense piogge delle settimane scorse e le temperature un poco balzane non hanno compromesso quantità dei raccolti e attese.

"La trebbiatura del grano – prosegue Notari – è proceduta nella norma, con situazioni però a macchia di leopardo causa piogge. La fienagione è stata ritardata in conseguenze delle prolungate giornate di pioggia, ma ora siamo nella norma. Se persisterà il caldo il rischio è di perdere un taglio di fieno".

"La produzione per il fieno – fa eco Zanni – è comunque abbondante anche se di qualità medio-scarsa, mentre per grano e altri cereali la produzione, secondo le prima stime, si attesta sulle medie degli anni precedenti con una buona qualità, almeno per i cereali raccolti fino alle piogge di metà giugno cadute nel pieno della mietitura. Qualitativamente più scarsa la produzione successiva. Al momento non si registrano problemi particolari per mais e sorgo". Non soddisfa l’andamento per meloni e angurie. "Ad un calo della produzione di circa il 20% rispetto alle medie dei due anni precedenti – precisa Zanni – fa da contraltare una buona qualità che però non riceve una giusta remunerazione dal mercato, un po’ stagnante, mentre per le ciliegie, altra produzione tipica del territorio, è stata una buona annata sia per quantità (abbondante) che per qualità". Ora gli occhi sono rivolti alla raccolta di uva, su cui si ripongono le speranze di tanti vignaioli locali.

"Le prime stime – fa sapere Notari – parlano di una produzione normale, con problemi di flavescenza dorata che ancora sussistono quasi ovunque e che possono determinare, nelle aziende molto colpite, un drastico calo produttivo. C’è da dire che molte imprese viticole hanno dovuto reimpiantare i vigneti a causa di un numero elevato di viti collassate negli scorsi anni a causa della flavescenza dorata".

Questo, tuttavia, non scoraggia un certo ottimismo di cui si fa interprete Coldiretti. "Si prospetta – prova a sbilanciarsi Zanni – una produzione nella media e di buona qualità con la vendemmia probabilmente anticipata di qualche giorno causa le elevate temperature e le abbondanti piogge che hanno caratterizzato la stagione". Ora tutti gli occhi sono puntati a ciò che riserva il meteo nelle prossime settimane per non dovere rivedere la previsione.

Alberto Greco