Modena, 1° novembre – "Basta violenze. Torniamoci a prendere cura di chi si prende cura". È forte e unanime il grido lanciato ieri mattina davanti all’ospedale Baggiovara, dove soltanto pochi giorni fa, nel reparto di cardiologia, due giovani infermieri sono stati pestati a sangue dai parenti di una paziente. Lì, dove ieri mattina le sigle Cgil e Uil si sono date appuntamento, per chiedere "misure concrete" che tutelino i sanitari, sempre più preoccupati per una situazione ormai fuori controllo.
Lo confermano le stesse parole dell’infermiera Angela Portagnuolo, presente ieri mattina al presidio, mentre riavvolge il nastro e "immortala" a voce uno scenario sempre più "critico".
"Ogni giorno noi sanitari subiamo delle aggressioni verbali, ma come purtroppo abbiamo visto, non mancano anche quelle fisiche. Nei reparti c’è molta tensione, paura, perché non ci sentiamo più tutelati – spiega l’infermiera – e in questo scenario non riusciamo più a prenderci cura dei malati. Perché c’è una differenza tra il ’curare’ e il ’prendersi cura’, che non va sottovalutata. Noi chiediamo di poter svolgere il nostro lavoro in sicurezza, senza avere l’ansia di tornare a casa con graffi o lividi, ma anche senza il peso degli insulti e delle aggressioni verbali che ogni giorno sopportiamo".
Si sono ritrovati in tantissimi, infatti, alle porte dell’ospedale Baggiovara, "con l’obiettivo di mandare un messaggio forte rispetto a tutte le violenze che i sanitari da anni subiscono – ricorda Giulia Casamassima, responsabile Sanità Fp Cgil –. L’episodio di lunedì è solo l’ultimo di una lunghissima serie di aggressioni verbali e fisiche. Proporremo un tavolo permanente per avere sempre un monitoraggio attento sulla situazione, ma ricordiamo intanto che assumere più personale, anche sotto questo punto di vista, è indispensabile: serve un piano straordinario di assunzioni perché la sicurezza, spesso, è anche una questione di numeri". "Non possiamo più assistere a episodi del genere – fa eco Nicola Maria Russo, segretario generale Uil Fp – occorre prevedere la presenza di forze dell’ordine nei punti più sensibili, così come è necessario sensibilizzare la cittadinanza. E va avviato un tavolo di confronto con tutti gli organi della pubblica amministrazione interessati: è necessario cambiare rotta, perché i dati sulle aggressioni sono preoccupanti e in aumento". Non usa giri di parole Daniela D’Eredità, infermiera, che spiega come "ormai è da tempo che stiamo assistendo a violenze inaudite, come quella accaduta lunedì. Una situazione che deve avere fine: è necessario andare a monte, capire il perché di quanto sta accadendo".
"Nei reparti c’è una situazione stressante – aggiunge D’Eredità – si lavora sotto organico e i dipendenti spesso vanno in burn out. E spesso i dipendenti si licenziano per cambiare mestiere o andare a lavorare altrove".
"Non possiamo più permetterci che questi episodi continuino a verificarsi – conclude Giuseppe Fornaro – serve maggiore attenzione e, soprattutto, bisogna sensibilizzare i cittadini su questo importante tema".