VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Agenti accusati di tortura,: "Salirono sul bacino del paziente"

Sassuolo, medico testimone nell’udienza del processo contro la polizia locale .

Sassuolo, medico testimone nell’udienza del processo contro la polizia locale .

Sassuolo, medico testimone nell’udienza del processo contro la polizia locale .

"Ho visto uno degli agenti salire sul bacino del paziente". È quanto riferito ieri in aula da parte di uno dei medici dell’ospedale di Sassuolo sentito come teste nell’ambito del procedimento in corso davanti al collegio contro i quattro operatori della polizia locale di Sassuolo, due agenti e due assistenti, rinviati a giudizio per il reato di tortura. Le accuse riguardano la nota e presunta aggressione ai danni un 41enne marocchino di Viano, nel reggiano e ricoverato al Pronto Soccorso di Sassuolo. I fatti risalgono alla sera del 15 ottobre di due anni fa quando l’uomo, soccorso dalla Croce Rossa in via Regina Pacis a Sassuolo, era stato trasferito all’ospedale in stato confusionale a causa – si scoprirà in seguito – di una crisi ipoglicemica. Nel corso dell’udienza, ieri, sono stati sentiti altri sanitari testimoni delle presunte torture ai danni del 41enne: proprio dal personale sanitario del nosocomio partì la segnalazione poi approdata in procura. "Uno di loro gli ha incastrato le braccia nelle sponde. L’altro lo percuoteva nella nuca. Ero sconcertata e ho chiesto aiuto ad un collega" - aveva raccontato nel corso della precedente udienza un’infermiera del pronto soccorso di Sassuolo, testimone chiave nel processo. "Vorrei che emergesse una cosa: qualora a fine processo oltre ogni ragionevole dubbio gli agenti venissero condannati – afferma l’avvocato della parte offesa, Caterina Arcuri – il mio cliente non sarà contento. È una persona mite". L’uomo, trovandosi quella notte in stato confusionale a causa della grave patologia, poco ricordava infatti di quanto avvenuto all’interno del pronto soccorso.

v.r.