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"Tra le 8 e le 12 persone facevano parte dell’unità operativa. Sono intervenuti in abiti civili ma probabilmente l’imputato si...
"Tra le 8 e le 12 persone facevano parte dell’unità operativa. Sono intervenuti in abiti civili ma probabilmente l’imputato si è accorto della loro presenza e quando si sono avvicinati lui è fuggito". E’ stato un esponente delle forze di polizia tedesche, ieri mattina, il primo teste del processo contro Mohamed Gaaloul, imputato per il terribile omicidio della giovane mamma di Ravarino Alice Neri.
In collegamento dalla Germania, il testimone ha chiarito come Gaaloul sia sfuggito alla cattura nel 2022. L’imputato aveva spiegato di essersi allontanato avendo guai con la giustizia proprio in Germania, circostanza che il poliziotto ha detto di non conoscere: ieri, per dimostrare la presenza di pendenze a suo carico, l’avvocato dell’imputato, Roberto Ghini ha presentato istanza per acquisire il casellario federale e la presidente della corte, dottoressa Ester Russo, si è riservata nel merito. Ha quindi preso la parola il papà del cosiddetto ’terzo uomo’, che ha confermato di aver parlato col figlio delle tracce di sangue della vittima sulla sua auto, legate ad un rapporto intimo, suggerendogli di avvisare i carabinieri.
Sono stati poi sentiti altri colleghi della Wam e un pompiere intervenuto il giorno del ritrovamento dell’auto bruciata. "Nessuno ha toccato l’auto fino all’arrivo dei medici legali" ha chiarito. "Riteniamo che l’istruttoria di oggi (ieri, ndr) abbia chiarito ulteriormente due aspetti rilevanti per l’accusa: i vigili del fuoco hanno descritto le cautele adottate durante il primo accesso alla scena del crimine, a denotare la qualità degli accertamenti investigativi del primo momento; la polizia tedesca ha descritto uno dei due tentativi di fuga effettuati dall’imputato, chiarendo che sul medesimo non pendeva alcun precedente ordine di arresto e che dunque non avrebbe avuto nulla da temere che non fosse legato all’omicidio di Alice" affermano gli avvocati dei familiari di Alice Neri, Cosimo Zaccaria e Marco Pellegrini.
Secondo l’avvocato dell’imputato, Roberto Ghini quanto emerso dalle parole del padre del terzo uomo è invece singolare: "E’ stata ascoltata una intercettazione di aprile dove è emerso che il sangue della signora Alice Neri aveva macchiato maglietta, maglione, pantaloni del collega, ovvero del terzo uomo e i sedili della vettura. La giustificazione fornita è stata smentita dal marito della vittima e avrebbe dovuto imporre maggior cautela in fase di indagini".
Secondo Ghini il poliziotto ha confermato poi quanto dichiarato dall’imputato. "Ha precisato come avesse un precedente per una condanna; l’imputato ha detto di essere scappato quando ha visto la polizia avendo pendenze. Il teste ha poi affermato di non avere il potere di accedere al casellario federale che riporta tutte le pendenze in Germania e che abbiamo chiesto alla corte di acquisire".
Valentina Reggiani