di Alberto Greco
Pone interrogativi la condizione di tanti giovani. Il 62% degli adolescenti modenesi, più di tre su cinque, fa un uso, occasionale o quotidiano, di alcol e il 26,1%, uno su quattro, ammette di consumare sostanze, il 17,6% occasionalmente mentre l’8,5%, quasi uno su dieci addirittura quotidianamente. Sono le evidenze di uno studio su "Trasgressione tra crescita e rischio. Adolescenti e consumo di sostanze: un Survey tra i giovani di Modena e provincia", condotta dall’Istituto Superiore di Scienze dell’educazione e della formazione "Giuseppe Toniolo" e dal Gruppo Ceis nell’ambito delle iniziative legate al suo 40° anniversario, che ha avuto il sostegno della Fondazione di Modena. L’indagine, che ci mette davanti ad una realtà purtroppo nota attraverso le cronache, ma sconosciuta nella sua reale dimensione, è stata svolta in alcune scuole superiori e ha coinvolto più di 1.400 ragazzi dai 14 ai 19 anni. Le scuole scelte, nel periodo 2019-2023, includevano licei (46,3%), istituti tecnici (35,9%), istituti professionali (17%). Equamente suddivisi tra maschi e femmine gli intervistati, per oltre l’88% italiani. La maggioranza di chi ha risposto (52,1%) aveva tra i 16 e i 18 anni; tra i 14 e 16 il 38,2%; poco meno del 10% i maggiorenni.
"La ricerca – spiega Krzysztof Szadejko, docente di Metodologia e statistica della ricerca all’Istituto Toniolo – ha incluso tre aree. La prima indagava il tipo di sostanze più utilizzate dagli adolescenti e il tempo dedicato alle tecnologie e ai social. La seconda ha permesso di valutare la soddisfazione dei tre bisogni psicologici dei giovani: autonomia, competenza e relazionalità. L’ultima misurava diversi stili di attaccamento e quindi la qualità della relazione tra i genitori ed i figli". Per l’assessore alla Cultura di Modena Andrea Bortolamasi intervenuto alla presentazione del report "quello che emerge dall’indagine è un senso profondo di smarrimento e inquietudine. Vogliamo continuare a offrire ai giovani luoghi dove poter esprimere il loro talento, ascoltare le loro paure e fragilità e accompagnare il loro percorso di crescita. Vanno quindi rafforzate le relazioni, che sono alla base della nostra idea di città, una città coesa ed inclusiva". Come detto il report certifica come il consumo di alcol, tra occasionale e quotidiano, riguarda il 62% degli adolescenti intervistati: tra quanti fanno uso occasionale di alcol prevalgono le donne (22,87%); gli uomini (rispettivamente 10,99% e 20,39%) tra chi lo consuma quotidianamente o, all’opposto, mai. Il 26,1% degli intervistati consuma sostanze. Ne fa un uso occasionale il 17,6%, a quotidiano l’8,5%. Per quanto riguarda, l’uso occasionale di cannabinoidi (marijuana, hashish, spice), il 17% di ragazzie utilizza una sostanza. L’occhio dei ricercatori si è soffermato anche sul consumo tra gli adolescenti di sigarette, notando una tendenza calante con l’avanzare dell’età, tuttavia, solo il 7,8% dei giovani maggiorenni (+18 anni) riporta di non avere mai fumato nella vita.
"Negli adolescenti – commenta Marco Sirotti, docente di Pedagogia delle dipendenze all’Istituto Toniolo e coordinatore Area Dipendenze gruppo Ceis - la dipendenza è una sofferenza risolta, guarita, che ottiene, grazie alla sostanza, un miglioramento che fa fare un salto di qualità. La sostanza, però, dando alla persona una risposta positiva ma irreale perché avvenuta senza un cambiamento di sé, fissa, peggiora, cronicizza la sofferenza iniziale. La ricerca – conclude Sirotti - conferma che le relazioni precoci di ogni essere umano sono fortemente predittive relativamente alla solidità con cui ci si rapporta e ci si avvicina in futuro alle prime prove di autonomia. Rispetto all’uso di sostanze abbiamo verificato come chi ha avuto un attaccamento insicuro sia maggiormente vulnerabile".