LEO TURRINI
Cronaca

Addio Vantaggi, ceramica in lutto. Un riferimento per mezzo secolo: "Con lui tutto il settore è cresciuto"

Si è spento a 84 anni: ha diretto a lungo Assopiastrelle, poi fino al 2008 Confindustria ceramica. Con pragmatismo e ironia riuscì a traghettare le aziende oltre la crisi lasciando un segno indelebile

Franco Vantaggi

Franco Vantaggi

Modena, 4 novembre 2024 – "Non escludo il ritorno". Una volta, conversando amabilmente sul senso del tempo che passa inesorabile, l’amico Franco Vantaggi mi aveva raccontato di amare tantissimo la frase che Franco Califano, il cantante, aveva voluto fosse incisa sulla sua lapide. C’era, in quel richiamo, tutta l’arguta sensibilità di un personaggio che molto ha contribuito, per mezzo secolo!, allo sviluppo del distretto ceramico. Escludendo, paradossalmente, proprio il ritorno: perché Franco, spentosi ad 84 anni, non era un figlio della terra delle piastrelle. Le sue origini rimandavano all’Urbe, a Roma, alla Città Eterna, al Lazio. L’accento, mai corretto, pure. E però, una volta arrivato a Sassuolo non se ne è andato più.

Però, dicevo, se c’è stata una figura che meglio di tante altre ha compreso lo spirito della sua nuova ’patria’, beh, è quella di Franco Vantaggi. Dal 1974 in poi, l’uomo si è immerso tra pregi e difetti di un settore vitale per l’economia nazionale con un pragmatismo che ben celava tra le pieghe di un carattere irresistibilmente portato alla battuta. Ma dietro e dentro una permanente evocazione di Alberto Sordi e Gigi Proietti, il manager aveva basi solidissime. In vari ruoli prima in Assopiastrelle e poi in Confindustria Ceramica, come funzionario, vicedirettore, condirettore e dal gennaio 1996 direttore dell’associazione, Vantaggi ha semplicemente creato una scuola, uno stile.

Ha allevato generazioni di dirigenti, sempre sottolineando l’importanza di non prendersi troppo sul serio. A patto di essere, in compenso, dannatamente seri sulle cose che contano, sul lavoro.

In mezzo secolo, il distretto ceramico ha inevitabilmente cambiato pelle più e più volte. Ho persino perso il conto delle rivoluzioni tecnologiche. Dimensioni, fatturati e mercati hanno conosciuto evoluzioni frenetiche.

In mezzo, c’era Vantaggi. Armato di una consapevolezza che ne faceva un idealista senza illusioni. Era un punto di riferimento per gli imprenditori del ramo, di cui sapeva cogliere anche i limiti. Non sopportava l’arroganza dei presunti Potenti. In tanti anni di grande amicizia, non di rado mi ha regalato giudizi sferzanti sui Padroni (ma anche sui politici, eh). Beh, quasi mai si sbagliava.

Io gli ho voluto bene apprezzandone la competenza, ho conosciuto pochi manager in gamba come lui. E poi c’era quel senso dell’umorismo che sfociava nella risata contagiosa. Sentirlo parlare di Gianni Agnelli o dei ministri era uno spasso. Per un whisky e una sigaretta sarebbe andato al Polo Nord a piedi, nascondendolo alla amatissima Concetta. Credo, sommessamente, che mancherà a tanti.

"A Leo, so’ arrivato qua negli anni Settanta e m’hanno detto che era pronta la Bretella per i trasporti. È passata ‘na vita e l’unica Bretella che c’è a Sassuolo è quella per i pantaloni…" (Franco Vantaggi).