REDAZIONE MODENA

Addio prof Marchiò Liceo Muratori in lutto

Docente di italiano e latino, ha lasciato ricordi indelebili nei suoi stuedenti: "Un’insegnante eccezionale"

E’ morta domenica a 69 anni, dopo una lunga battaglia contro un brutto male, Maria Chiara Marchiò, storica professoressa di Italiano e Latino del liceo classico Muratori di Modena. La situazione di emergenza che stiamo vivendo impedisce ai numerosi e affezionati ex alunni e colleghi di stringersi intorno alla famiglia in questo momento di dolore condiviso, ma "abbiamo fatto una promessa: quando l’ora cupa dell’emergenza sarà finita, ci ritroveremo nuovamente insieme, colleghi ed ex alunni, ti penseremo e, tra i nostri abbracci, ci sarai anche tu", scrivono le colleghe Elisabetta Imperato e Rossella Bertacchi sul sito ‘muratorisancarlo.edu.it’, dove sono raccolti tanti altri pensieri che il mondo scolastico le ha dedicato. In tanti hanno scritto per condividere un ricordo della professoressa che, negli anni, ha segnato intere generazioni di studenti con il suo infinito amore per la letteratura e la sua innata capacità di trasmetterlo anche al più reticente degli alunni. Ne abbiamo raccolti alcuni: un gesto che vuole essere di vicinanza alla famiglia e agli amici, in un momento in cui non resta altro che le parole. "La vivacità e passione con cui conduceva le sue lezioni sono un ricordo vivido per tutti noi – scrivono i diplomati 20062007, classe III C –. Questo ricordo ci restituisce la figura di un’insegnante che sapeva portare passionalità e carattere dentro le sue lezioni. Se tanti elementi di letteratura italiana, latino e greco ancora oggi faticosamente resistono in noi a tanti anni di distanza, è proprio grazie a questo suo carattere, alla sua sapienza da teatrante navigata. Possedeva uno sguardo intenso e profondo, grazie al quale comunicava le sue più grandi passioni". "Era un’insegnante eccezionale: attenta, empatica, sensibile, ma al contempo rigorosa – scrivono di lei i ragazzi diplomati nel 20082009 –. La ricorderemo per il suo occhio indagatore, un po’ freddo, ma sempre attento, e per il suo umorismo un po’ tagliente nell’approcciarsi alla materia e al rapporto con noi studenti. La ricorderemo per lo spirito che ci metteva nel trasmettere la letteratura: dal suo significato sociale, umano, poetico e letterale, senza tralasciare il suo personale tocco, la sua personale lettura. Tale tocco é rimasto in tutti noi, come un’impronta". E ancora, i ragazzi del 2011, la sua ultima classe prima della pensione: "Era difficile rimanere indifferenti alle sue lezioni, specie se si trattava di Divina Commedia. Riusciva a portare ogni verso del Trecento nel Duemila. Chi potrà mai dimenticare le sue digressioni etimologiche che partivano da Dante e arrivavano al dialetto modenese? Per spiegarci la Selva dei Suicidi si è spinta persino oltre facendoci sentire ‘Preghiera in gennaio’ di De André. È riuscita a dimostrare anche ai più recalcitranti e svogliati di noi altri che la letteratura non muore nei manoscritti antichi, ma ci accompagna in ogni istante della nostra vita". La ricorda sulla sua pagina Facebook anche la fondazione Fiab, Modena ambiente e bicicletta, una delle sue passioni insieme al trekking e allo yoga: "La prof del gruppo – scrivono – è stata un’adorabile compagna di viaggio, ma soprattutto una persona dalla quale c’era sempre qualcosa da imparare, di quelle con le quali i chilometri diventavano lievi". Un arrivederci, quindi, alla professoressa che interrogava senza rivelare mai il voto finale e, proprio per quello, spingeva tutti a dare il meglio. Una delle sue tante lezioni di vita. Chiara Mastria