Modena, 8 ottobre 2024 – Sono attualmente 145 i minori stranieri non accompagnati (Msna) in carico al Comune di Modena, dei quali 60 inseriti nel progetto di accoglienza Sai Sistema Accoglienza Integrazione. Del totale, 139 minori sono in strutture di accoglienza e 6 in regime di affido familiare che è sicuramente la forma di collocamento più idonea e tutelante. Per questo l’Amministrazione sostiene il progetto WelcHome, che si scontra però con la mancanza di famiglie disponibili ad accogliere minori stranieri e le stesse narrazioni che spesso vengono fatte del fenomeno non aiutano ad avvicinare famiglie alla rete dell’accoglienza. Lo ha spiegato Alessandra Camporota, assessora a Sicurezza urbana integrata, Polizia locale, Inclusione e Integrazione, Volontariato e Terzo Settore rispondendo ieri, in Consiglio comunale, a un’interrogazione di Forza d’Italia, sulla situazione a Modena dei minori stranieri non accompagnati.
Rispondendo nel dettaglio alle domande di Piergiulio Giacobazzi, l’assessora ha precisato che la filiera dell’accoglienza comunitaria a Modena è composta da sette comunità autorizzate sulla base della delibera di Giunta regionale 1904/2011 e altre autorizzate in base alla successiva delibera regionale (1490/2014) che permette in via emergenziale all’Ente locale di autorizzare il 25% di posti in più e, appunto, strutture in deroga.
"I minori stranieri non accompagnati rappresentano la fascia più vulnerabile del sistema migratorio. Sono soli e non hanno ancora raggiunto la completa maturità psicologica e sociale; questa condizione di vulnerabilità li rende anche più esposti a forme di sfruttamento e al coinvolgimento in reti criminali: autori di reato quindi ma anche potenziali vittime di un sistema dal quale faticano ad affrancarsi" ha affermato l’assessora. Nel dettaglio, minori stranieri non accompagnati che nell’ultimo biennio sono risultati coinvolti in fatti di reato sono 111 a fronte dei complessivi 1.070 gestiti, pari quindi al 10 per cento; 11 quelli vittime di reato. L’assessora ha quindi spiegato che anche a tutela di tutti i ragazzi, personale educativo e per prevenire il coinvolgimento dei minori stranieri nel circuito penale, a Modena il sistema di accoglienza ha, da tempo, intensificato la collaborazione con le Forze dell’ordine.
Quotidianamente viene tramesso l’orario dei rientri non autorizzati e ogni settimana un report di tutti i minori accolti in ciascuna comunità con foto di ognuno, scheda telefonica e segnalazioni su comportamenti sospetti; tempestiva è poi la segnalazione di condotte irregolari o devianti all’interno della comunità. Inoltre, l’Amministrazione comunale ha sempre segnalato in modo sistematico le situazioni di condotte devianti da parte dei singoli con relazioni dettagliate anche da parte delle Comunità di accoglienza. Nel 2023 la Polizia Locale con l’unità cinofila ha svolto cinque controlli nelle comunità di accoglienza, già sette da inizio 2024. La recente normativa in materia di contrasto al disagio giovanile ha introdotto anche lo strumento del formale ammonimento orale: per condotte irregolari sono stati eseguiti già quattro ammonimenti orali a fronte degli otto richiesti alla Questura dal Servizio sociale.
Con l’Arma dei Carabinieri è stato avviato un progetto di promozione del concetto di legalità e dei principi della Carta Costituzionale che ha portato più volte i minori stranieri presso la sede dell’Arma e con la sezione Forestale dell’Arma.
L’assessora ha infine osservato che per uscire dall’emergenza a livello istituzionale il Sistema di accoglienza locale sta operando su un duplice binario: da un lato attraverso la qualificazione del sistema, dall’altro con l’organizzazione della filiera dei posti di accoglienza, in base al ritmo degli arrivi. E ha accennato ad alcuni esempi di quanto si sta facendo per la qualificazione dell’accoglienza, cioè affinché il contesto sia adeguato ai bisogni specifici del minore.