Bologna, 5 luglio 2010 - IL GIGANTE si prepara a brindare. Con tanto di camion sulle spalle. Mercoledì, infatti, ci sarà il taglio del nastro ufficiale che presenterà alla città il grande monumento in onore degli autotrasportatori. Una mega installazione — alta una decina di metri, larga due metri e mezzo — che appunto rappresenta un uomo con sopra un vero ‘bisonte della strada’: svetta imponente alla rotonda di Borgo Panigale, sulla via Emilia. Opera che proprio per via della sua ‘maestosità’ sta sollevando dibattiti in città, coi bolognesi divisi tra chi l’apprezza e chi invece la boccia. Diverse le telefonate di lettori arrivate alla redazione del Carlino. Ma che cos’è?, è stata la domanda più gettonata.
IL MONUMENTO è frutto di un’iniziativa della Cna-Fita, la costola dell’associazione degli artigiani che rappresenta le imprese di trasporti della provincia. Si punta a rendere omaggio a questa categoria «in un luogo simbolo: in quel punto si sono sempre radunati i camionisti prima di scioperi o manifestazioni. Senza dimenticare che è tra i più trafficati» racconta Ermanno Merli, a lungo responsabile della Fita. E’ stato lui che ha seguito il progetto fin dall’inizio, poi anche con l’attuale responsabile della categoria, Cosimo Quaranta. «Se ne iniziò a parlare — racconta Merli — circa dieci anni fa, quando si ipotizzò di costruire una rotonda in quella zona. E così, dopo che è stata terminata, si è entrati nel vivo». Per realizzare l’opera ci sono voluti tre anni di lavoro e l’allestimento è partito in giugno.
Tra l’altro, la Cna-Fita aveva lanciato un sfida tra artisti contemporanei — per raccogliere le idee migliori — con un concorso architettonico chiamato ‘Giganti della strada’. A vincere è stata così la proposta del modenese Andrea Capucci, selezionata da una giuria composta da esperti d’arte, paesaggisti, dirigenti dell’associazione e architetti del Comune. Palazzo d’Accursio ha dato il patrocinio all’iniziativa; serrato negli anni il confronto della Fita con l’amministrazione per ottenere via libera e permessi.
TORNANDO al gigante, è stato realizzato con uno scheletro di alluminio. Solo l’uomo è alto nove metri. A svilupparlo è stato un team di ingegneri e architetti: da Costanza Bruini a Agnese Barbieri, da Francesco Bursi ad Alessandro Zomparelli. «Il gigante della strada — ha spiegato Capucci — è in realtà l’uomo, è lui che porta a spasso il camion, se lo tiene sulle spalle e se lo porta in giro, metafora esistenziale del viaggio e del lavoro. E’ un omaggio all’uomo e alla sua capacità di inventare oggetti e forme necessarie alla sua esistenza e ai suoi bisogni. Un’opera che coniuga arte e tecnologia, ma interpreta anche il ruolo sociale dei lavoratori della strada, la centralità della piccola impresa, l’attività delle associazioni di categoria».
MERLI sa che l’installazione sta suscitando curiosità e dibattito. «E’ così — osserva — per tutte le opere d’arte. Io ho ricevute elogi infiniti, ma anche le critiche più assurde». E dalla Cna-Fita fanno notare che i costi sono stati tutti a carico dell’associazione: dal Comune non hanno sborsato un euro. Ci sono stati contributi di alcuni sponsor, aziende che hanno messo a disposizione, ad esempio, pure interventi tecnici. Mercoledì, infine, saranno distribuiti volantini per spiegare nei dettagli i motivi che hanno portato gli autotrasportatori a impegnarsi in questo progetto così particolare.
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