
Vignola, la cattura del capriolo aggressivo
Vignola (Modena), 12 agosto 2015 - Assaliti da un capriolo nel giardino di casa. Nella pianura modenese, a Vignola, e non in mezzo a un bosco. Le vittime dell’aggressione sono due coniugi, Carlo Camurri e Adriana Balugani (FOTO). Presi a cornate dall’animale e trasportati al pronto soccorso. «Ce la siamo cavata con 20 giorni di prognosi – racconta lui – ma poteva andare molto peggio. Quando è successo, io ero al primo piano, mia moglie mi ha chiamato dal giardino per indicarmi ‘quel bel capriolo’. Ne avevamo visti altri in passato, ma erano sempre fuggiti. Quello no, e all’improvviso ha ‘caricato’ mia moglie e l’ha fatta cadere in un fosso, per poi montarle sopra e prenderla a cornate su una gamba. Mi sono precipitato in giardino, ho preso un bastone e ho iniziato a colpire l’animale, mentre Adriana riusciva a malapena a tenergli ferma la testa afferrandolo per le corna. Poi il capriolo ha mollato mia moglie e si è avventato su di me, ferendomi a una gamba. Ho urlato, a quel punto è scappato via. Ero terrorizzato per Adriana, in quegli attimi l’ho vista morta. Se l’avesse infilzata alla pancia non si sarebbe salvata: le corna le sono entrate nella gamba per 12-13 centimetri, per fortuna senza toccare l’osso».
All’inizio i due coniugi non hanno avvertito le forze dell’ordine: si sono fatti curare in ospedale e sono tornati a casa. Passati alcuni giorni, però, il capriolo si è rifatto vivo, quindi Camurri ha deciso di chiamare la municipale e raccontare tutto. Un’ora dopo sul posto sono intervenuti i volontari del Centro fauna selvatica ‘Pettirosso’ di Modena, che a fatica hanno catturato l’animale e poi spiegato che «con tutta probabilità ha reagito così perché è stato cresciuto altrove in cattività». «Il capriolo selvatico – sostiene Piero Milani, responsabile del Centro – non è pericoloso per l’uomo, tende a scappare. Ma quelli allevati in cattività, cioè ‘imprintati’, possono diventarlo, soprattutto in questo periodo in cui i maschi si fronteggiano per il predominio sulle femmine. Evidentemente il capriolo che ha ferito i due coniugi non sa più, per così dire, di essere un capriolo. E ha visto nell’uomo un rivale, cosa che a un animale selvatico non potrebbe mai accadere».
Si ipotizza dunque che chi ha allevato illegalmente il capriolo lo abbia liberato non appena è diventato troppo aggressivo per essere gestito. Le normative lo vietano, ma ora l’animale – che non verrà abbattuto – dovrà restare al Centro fauna a vita perché è ormai irrecuperabile sotto il profilo ‘caratteriale’.