Bologna, 5 febbraio 2024 – Nebbia fitta e incidenti con un morto e diversi feriti, oggi in Emilia Romagna, con tamponamenti a catena e autostrada a lungo chiusa, in alcuni tratti dell’A22 e dell’A1 tra Reggio Emilia e Modena.
Ma ce ne sono stati anche nei giorni scorsi nel Ferrarese e la memoria va al 2018 e al 2015 quando in A13 con decine di auto coinvolte la nebbia ha mietuto altre vittime.
Ma quanto durerà? Secondo le previsioni di Arpae, con l’anticiclone Zeus che ha portato un caldo anomalo, ci sarà nebbia tutta la settimana in Emilia Romagna.
Rischiosa per la guida, sarà importante mettersi al volante con prudenza. Vediamo quali saranno le zone più colpite e gli orari più pericolosi con visibilità molto limitata.
Oltretutto, in questi giorni la qualità dell'aria è davvero scadente sulla Pianura Padana, ammorbata da smog e dal ristagno di inquinanti. E infatti le misure emergenziali sono state prorogate fino a mercoledì 7 febbraio: i giorni consecutivi di bollino rosso per smog sono più di dieci.
Previsioni meteo per domani, 6 febbraio
Anche per domani, martedì 6 febbraio, in mattinata in Emilia Romagna Arpae prevede “foschie dense e banchi di nebbia con visibilità localmente ridotta, in parziale dissolvimento nelle ore centrali della giornata”. Dalla sera e la notte “nuovo aumento della copertura nuvolosa bassa e stratificata con foschie dense e nebbie, più dense sul settore centro-orientale della regione”.
Previsioni meteo per mercoledì 7 febbraio
In pianura e nelle aree vallive estesi banchi di nebbia all’inizio della mattinata di mercoledì 7 febbraio. Come accade di solito, nel corso della giornata la nebbia si attenuerà. Arpae non esclude deboli piovaschi lungo i rilievi centro-occidentali.
Previsioni meteo dei prossimi giorni
Maltempo in arrivo verso il fine settimana: in aumento da venerdì la copertura nuvolosa con nubi basse e stratificate derivanti da flussi temperati di origine atlantica. In arrivo piogge deboli o moderate, inizialmente in estensione da ovest verso est. La nebbia? Continueranno ad essere presenti foschie diffuse. Temperature ancora aumento da giovedì, poi in temporanea diminuzione, precisa Arpae.
L'esperto di Arpae: stavolta lo smog non c'entra
"La nebbia di oggi e in generale quella che si è formata" nella pianura padana "in questi giorni non è direttamente connessa all'inquinamento", ai pesanti livelli di smog, "è invece piuttosto connessa a quel che sta accadendo a livello meteorologico", spiega Vanes Poluzzi, responsabile del Centro tematico regionale di Qualità dell'aria di Arpae, l'Agenzia regionale per l'ambiente in Emilia-Romagna.
Quando si forma la nebbia
Le formazioni nebbiose odierne sono da ricondurre all'andamento "dell'anticiclone subtropicale che ha portato nei giorni scorsi una massa d'aria estremamente calda, con temperature tardo-primaverili anche in Appennino", spiega ancora l'esperto. "Stamattina questo flusso caldo in quota ha iniziato a diminuire e 'finalmente' almeno di notte siamo tornati a temperature più basse - precisa - per cui l'atmosfera si comporta come avrebbe dovuto normalmente fare, cioè fatica a far sciogliere il vapore acqueo" e quindi fa formare la nebbia.
A determinare la nebbia, "tipica dell'inverno - precisa il previsore meteo del Consorzio Lamma-Cnr e meteorologo Ampro, Roberto Vallorani – è la cosiddetta inversione termica, cioè temperature più rigide a bassa quota e più elevate in alta quota. Le condizioni per la sua formazione sono l'alta pressione e il tempo stabile, poi l'assenza sia di vento che di nuvolosità. La perdita di calore per irraggiamento dopo il tramonto provoca l'accumulo verso il basso di umidità, cui si aggiunge l'umidità del terreno, che determinano la formazione della nebbia". In Italia le zone più soggette alla formazione del fenomeno sono i fondovalle e tutte le pianure, in primis la Pianura Padana.
Cosa è la nebbia chimica da inquinamento
La nebbia legata alla presenza massiccia di inquinanti "l'abbiamo invece registrata qualche giorno fa in tutta la pianura padana", la cosiddetta "nebbia chimica. Quel che accade oggi - dice Poluzzi - è invece la 'normalità' dell'inverno. Ma siccome "col cambiamento climatico e l'innalzamento delle temperature medie di stagione ci siamo ormai abituati a diminuzioni importanti di nebbia, quando c'è", come era normale sessant'anni fa che ci fosse, "ci sorprendiamo". La "chimica" che lega nebbia e smog è complessa e dipende da numerosi fattori. Dal canto suo la nebbia può "fare" due cose: se non è ancora arrivata alla saturazione può comportarsi da accumulo di inquinanti. Quando invece condensa, quindi è nel punto in cui forma le goccioline d'acqua o i cristalli di brina, la nebbia "intrappola" e fa un'azione "rimotrice" dello smog. L'inquinamento a sua volta può favorire, in alcuni casi ma non sempre, la formazione di nuclei di nebbia e questo dipende principalmente dalla temperatura.