GIACOMO GIAMPIERI
Meteo

Meteo cipolle 2025, le previsioni: “Inverno lungo e a maggio un caldo da mare”

Le consuete previsioni del rabdomante jesino Alfio Lillini disegnano un 2025 rivoluzionario: “Salvaguardare l’ambiente è un dovere primario”

Jesi (Ancona), 3 gennaio 2025 – Un periodo invernale lungo, cui ne corrisponderà uno primaverile ristretto. Poi un’estate calda, i primi segnali già da maggio, per arrivare ai mesi più afosi e piombare nell’autunno in ottobre. Previsioni del rabdomante jesino Alfio Lillini, che come ogni anno ha “interrogato” le cipolle per conoscere le condizioni climatiche e meteorologiche del 2025.

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I dodici mesi dell’anno 2025 secondo Lillini
I dodici mesi dell’anno 2025 secondo Lillini

Un anno che, per lui, “si presenta con un inverno abbastanza lungo, causa una Pasqua tardiva, la primavera di appena un mese, ma alla fine di maggio già un caldo quasi da mare – ha spiegato –. Un inizio di giugno variabile, ma dalla terza decade già afoso che ci accompagnerà quasi fino alla fine di agosto”.

Il cambio di tendenza dalla metà di settembre, quando si avranno le “prime piogge benefiche e occasionali”. E ancora: “Ottobre è da autunno vero, a novembre il primo freddo, per la neve speriamo in dicembre”.

Per Lillini, ferroviere in pensione e già consigliere comunale, si tratta del 27esimo calendario delle cipolle grazie ad una “tradizione” appresa dal bisnonno. In questo gennaio, le gelate potrebbero caratterizzare la prima decade, il freddo la seconda e la pioggia la terza. Più presente la neve in febbraio, con un possibile miglioramento a marzo, mentre aprile sarà contraddistinto da piogge e meteo generalmente variabile.

Un buon maggio, con temperature in aumento nella seconda decade, antipasto di estate, anche se giugno sarà “pazzerello”, fino alla terza decade, quando sole e caldo proietteranno le persone verso il periodo di luglio e agosto. Un bel settembre fino alla terza decade, poi un calo delle temperature da ottobre. Per arrivare ad un novembre rigido e un dicembre dove la prima neve potrebbe fare la sua comparsa in quota nella prima decade.

L’occasione, per Lillini, è stata anche quella per tracciare un bilancio sul 2024 che “con le sue 13 lune doveva portare un segnale positivo. Ma beato chi la visto? – ha detto ironicamente –. È stato l’anno più caldo di sempre con fenomeni di cambiamento climatico come siccità, alluvione (anche ripetute nelle stesse zone), fenomeni climatici estremi, la falda acquifera (di acqua dolce) sempre più bassa”, auspicando provvedimenti dai Governi “per la sopravvivenza umana del futuro”, ha aggiunto. “Il 12 novembre 2024 a Baku in Azerbaigian si è aperta la Cop 29, con la partecipazione di circa 200 delegazioni di tutto il mondo per discutere della sostenibilità ambientale globale futura – ha continuato nella riflessione sui cambiamenti climatici –. Neanche dopo che le delegazioni dell’Africa hanno abbandonato la discussione (per protesta), non si è riusciti a trovare un accordo sui cambiamenti climatici in atto. A causa del no delle grandi nazioni che dominano la finanza e l’economia mondiale, così facendo siamo destinati a soccombere”.

Ha preso d’esempio il caso Sicilia, dove “l’acqua potabile viene distribuita, in alcuni comuni, anche una volta ogni sette giorni. Governo, Regione non muovono paglia, questi sono chiari segnali della qualità della vita vicino a noi. Alle nostre istituzioni tutte, voglio ricordare ancora una volta che salvaguardare e sostenere l’ambiente in cui viviamo è un dovere primario istituzionale, non intervenire solo dopo i disastri, la parola manutenzione è diventata cosa molto rara”.