BEPPE BONI
Meteo

Il divulgatore Lombroso: “Le mie previsioni sui social anche per stendere il bucato. Così spiego il meteo a tutti”

Da piccolo voleva fare il ferroviere poi nell’87 entrò come tecnico all’Osservatorio geofisico di Modena. “Non è una scienza esatta. Giudichiamo dai dati senza farci influenzare dalle emozioni”

Luca Lombroso, meteorologo dell'osservatorio geofisico del dipartimento di ingegneria di Unimore

Luca Lombroso, meteorologo dell'osservatorio geofisico del dipartimento di ingegneria di Unimore

Modena, 2 novembre 2024 – L’uomo che per mestiere guarda dentro le nuvole non si affida solo alle formule e alle statistiche, ma osserva l’ambiente con uno sguardo che sta a metà strada tra il filosofo e il saggio. Luca Lombroso, in servizio all’Osservatorio geofisico del dipartimento di ingegneria di Unimore, è il meteorologo che illustra le previsioni del tempo in tv (anche Rai 3) e sui social come fossero uno show. Un divulgatore nato, una star del sole e della pioggia.

Luca Lombroso, cosa voleva fare da grande?

“Da bambino ero convinto di fare il ferroviere, ero affascinato dai treni e dall’idea di viaggiare per mestiere. Avevo pensato anche di entrare in qualche progetto per il nucleare. Poi mi sono appassionato alla meteorologia durante gli studi tecnici, all’istituto F. Corni di Modena”.

Come ha cominciato la professione?

“Nel 1987 sono entrato come tecnico all’Osservatorio geofisico dell’università di Modena dove mi occupavo di automatizzare la strumentazione meccanica. Da lì è esplosa la passione per il meteo. Nel 1999 entrai in un progetto internazionale a Innsbruck, poi ho preso parte a studi più approfonditi a Londra osservando anche i temporali in volo sugli aerei”.

Cosa le ha fatto ottenere il riconoscimento di meteorologo dell’anno 2023?

“Beh, una commissione seleziona i candidati e opera una scelta. Penso però che abbiano influito la mia conoscenza, l’esperienza e il mio approccio colloquiale fuori dallo standard e che a volte esce dalla narrazione tipicamente scientifica ed esplora altri campi”.

Un meteorologo creativo.

“In un certo senso sì. Sui social ho sviluppato anche un progetto di previsioni per stendere il bucato”.

Lo spieghi alle casalinghe.

“Utilizzo un indice che tiene conto di vari fattori tra cui la temperatura, l’umidità dell’aria, le ore più utili, il vento, il tasso di evaporazione dell’acqua. Ne esce una percentuale indicativa che indica i tempi di asciugatura”.

Il meteo è una scienza esatta?

“Solo la matematica lo è. Il meteo è una scienza e basta. Noi comunichiamo componenti che tengono conto anche dell’incertezza”.

Scienziati divulgatori si nasce o si diventa?

“Valgono entrambi gli aspetti. Io stesso ho cambiato approccio. Se si comunica in modo troppo tecnico non ci si fa capire e nello stesso tempo bisogna fare attenzione a non banalizzare il messaggio. Serve equilibrio”.

Il meteorologo quanto si basa sulla scienza e quanto sull’interpretazione?

“Dipende dalle situazioni. Il meteorologo è come un medico, esistono le specializzazioni. Ci sono i previsori che devono avere conoscenza del territorio per coniugarla alle previsioni, gli esperti dei calcoli matematici, i chimici dell’atmosfera. Si valutano i dati e si emette un giudizio”.

Come si fa ed essere equilibrati e non catastrofisti?

“Noi tecnici dobbiamo avere la capacità di illustrare la situazione senza tenere conto delle emozioni personali anche quando ci stupiamo”.

Stando alle polemiche recenti, i canali tombati sono un pericolo col clima pazzo?

“Coprire i canali è sempre una scelta inopportuna. Ora però dobbiamo ripensare la vita delle aree urbane e non, coinvolgere geologici, ingegneri, tecnici. Lo scenario climatico è cambiato”.

Gli enti pubblici sono rimasti indietro nelle difese idrauliche?

“Sono arretrati sul piano tecnico. Ma il problema di fondo è la burocrazia. Troppi enti si accavallano, troppe procedure complicate. E con le alluvioni gli adempimenti sono esplosi. Il federalismo meteo è eccessivo, se non si cambia non ne usciamo”.