Ravenna, 29 gennaio 2025 – Si chiama “graupel” e rischia di diventare parte del nuovo lessico climatico romagnolo. A ipotizzarlo è Pierluigi Randi, presidente di Ampro, l’Associazione meteorologi professionisti.
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Professor Randi, la precocissima grandinata di ieri ha dunque questo nome?
“Parliamo di agglomerati di cristalli di ghiaccio, o di fiocchi di neve, di dimensioni piccole e forma tondeggiante. Al loro fianco era comunque presente anche grandine vera e propria. L’anomalia è doppia: da un lato si è formata una grandinata primaverile nel pieno del periodo invernale, e dall’altra i chicchi di graupel non si sono sciolti mentre cadevano al suolo, per via delle temperature che hanno incontrato, comunque superiori a quelle estive”.
Il graupel è un fenomeno del tutto nuovo?
“In questa parte dell’anno sì. In altri periodi lo avremmo associato a quella che viene definita ’neve tonda’”.
È corretto dire che i 18 gradi di ieri mattina sono il ’motore’ di queste grandinate invernali?
“L’atmosfera si comporta come se fossimo in piena primavera. Ecco allora che una moderata perturbazione atlantica ha prodotto, anziché neve o pioggia, delle grandinate”.
Come è successo?
“L’aria fredda delle alte quote, essendo più densa, tende a scendere verso il basso. Nel farlo, ieri ha incontrato dell’aria molto calda, dando così vita a uno squilibrio termico, all’origine delle perturbazioni. Tutti i temporali tendono a produrre grandine, ma questa generalmente si scioglie prima di arrivare al suolo. Ieri non è accaduto perché lo zero termico era piuttosto basso. Dunque la grandine e il graupel hanno viaggiato per appena un chilometro prima di toccare il suolo. In estate, quando lo zero termico è molto alto – abbiamo toccato i 4000 metri – la grandine ha spesso il tempo di sciogliersi in aria”.
Il riscaldamento dei mari facilita la formazione di grandine, giusto?
“La maggiore evaporazione marina carica l’atmosfera di quantità d’acqua più significative. Ma quella di ieri era una perturbazione atlantica piuttosto innocua”.
Paradossalmente, dove dovrebbe nevicare è invece piovuto, non è così?
“Esatto: complice il fatto che nelle scorse giornate lo zero termico era posto molto in alto, intorno a 3000 metri, sull’Appennino non ha nevicato, ma è caduta la pioggia. E’ successo perfino in vetta al Cimone”.
Le temperature di ieri sono un record per Ravenna e la pianura romagnola?
“Non proprio. In un pomeriggio del1979 la temperatura superò i 20 gradi, e nel 2007 si ripetè qualcosa di simile. Ma quei picchi rimasero tali per poche ore, mentre l’attuale ondata di caldo è stabile da quarantotto ore”.