PAOLA PIERAGOSTINI
Meteo

“Cambiamento climatico, fornelli nei campi contro le gelate tardive. Il nostro incubo da 5 anni”

Agricoltori alle prese con il surriscaldamento globale causato dall’attività umane e dagli squilibri del meteo: “Raccolti a rischio e assicurazioni che risarciscono soltanto il 30% di questo tipo di danni”

Paolo Acciarri e i suoi campi riscaldati

Paolo Acciarri e i suoi campi riscaldati

Fermo, 20 marzo 2025 – Le gelate notturne in primavera, sono diventate l’incubo dei produttori di frutta, che di fronte alle basse temperature, hanno solo due scelte: ricorrere a costosi sistemi di protezione delle colture o mettere in conto la perdita del raccolto. A parlarne, una delle voci più autorevoli del settore frutticolo della regione Marche. Paolo Acciarri, titolare insieme al fratello Marco della nota Società agricola Acciarri di Ortezzano, forte di coltivazioni a frutteto su cento ettari di terreno, lavorazione e distribuzione di frutta su larga scala. Paolo Acciarri ha scelto di investire nel sistema di difesa attiva dalle gelate, messo in funzione nella notte tra martedì e ieri, quando la temperatura è scesa di tre gradi sotto lo zero.

Acciarri, in cosa consiste la difesa attiva dalle gelate?

“E’ un sistema volto a contrastare le temperature sotto lo zero per mantenere la soglia sopportabile dai frutti in allegagione. Consiste nella disposizione lungo i filari del frutteto di fornelli accesi alimentati a pellet. Fuoco e fumo che si sprigionano, mitigano l’aria evitando l’eccessivo crollo delle temperature e la morte dei piccoli frutti”.

Lo avete attivato in azienda per la prima volta?

“Si. Nella notte di martedì, su tre ettari di frutteto coltivato ad albicocche e nettarine precoci, attualmente nella fase delicata di fine fioritura inizio allegagione, dove la gelata è deleteria”.

Che investimento ha richiesto?

“L’impianto per tre ettari, è costato circa 10mila euro. Si aggiungono le spese di utilizzo, che nella notte di martedì sono di circa tremila euro composte dal costo del pellet e dalla gestione dei dipendenti, dalla mezzanotte alle sei del mattino successivo”.

E se le gelate si protraggono?

“L’impegno di spesa si moltiplica e diventa sempre più difficile ammortizzare i costi ai fini di bilancio. Facciamo i conti con le gelate primaverili ormai da cinque anni, da quando cioè gli effetti dei cambiamenti climatici sono diventati un rischio costante soprattutto perché negli ultimi anni si sono registrate gelate fino alla prima metà di aprile. Periodo pieno per la fase dell’allegagione per la maggior parte delle piante da frutto. Tenere a bada l’intero frutteto con lo stesso sistema sarebbe troppo impegnativo”.

Le coperture assicurative non sono un valido strumento?

“Potrebbero. Ma sono crollati gli indici di risarcimento danni, passati dal 50% degli anni scorsi, al 30% attuale, su danno del 100%”.

Da anni investe in sostenibilità. Quali sono le prospettive di successo?

“Non sono rosee perché derivano dallo scontro tra il coraggio con cui imprenditori come me decidono di investire, e la realtà di una politica agricola che non tutela il settore”.

Qual è la soluzione?

“Fare leggi che governano il mercato e abbattere la burocrazia della gestione dei piani di finanziamento. L’agricoltura non è un’industria. I tempi necessari ad ammortizzare spese di investimento sono molto lunghi e fanno i conti anche con le lente riscossioni dei contributi comunitari inerenti la gestione del rischio. Di conseguenza mancano i benefici e si creano rallentamenti al potenziamento delle singole aziende che sono quelle che creano lo sviluppo nazionale del settore, compromesso rispetto ad altre nazioni che invece corrono più velocemente di noi”.