REDAZIONE MARCHE

Marche in zona gialla, ma i numeri dicono arancione. Da quando?

A Torrette attivabili solo 20 posti intensivi: ce ne sono cinquanta, ma manca il personale. Nell’hub regionale bisogna fare i conti anche con pazienti intubati per altri traumi

Ancona, 19 dicembre 2021 - ​Da domani le Marche passano in giallo, nella pratica cambia poco, ma analizzando a fondo i dati la nostra regione sarebbe a elevato rischio di fascia arancione. Il fattore discriminante è l’occupazione di posti letto, specie di terapia intensiva, rispetto alla disponibilità. Analizzando il caso di Torrette, dati effettivi alla mano l’ospedale regionale sarebbe da piena zona arancione. Dove sta l’inghippo? Semplice, a Torrette figurano presenti e fruibili poco meno di 50 posti di terapia intensiva, ma in realtà quelli attivabili non superano le 20 unità. A meno che l’azienda, di concerto con la Regione, non decida di stravolgere di nuovo l’assetto della struttura, sacrificando spazi e reparti in aree Covid. Stiamo parlando della mission principale, ossia non tornare al 2020 e garantire la piena operatività extra Covid.

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Facciamo due conti. L’ultimo aggiornamento parla di 9 pazienti in terapia intensiva adulti (ci sono poi i casi, ridotti ma presenti, del Salesi, altro presidio aziendale) calcolati appunto su circa 50 posti letto Covid. In realtà i posti letto di intensiva effettivi arrivano solo a 20, perché gli altri 30 non sono tecnicamente attivabili per carenza di personale. Torrette oltre alle polmoniti interstiziali da Covid è l’hub regionale dell’anestesia e rianimazione, qui arrivano pazienti da intubare per traumi, ictus e altre patologie da tutte le Marche. Medici e infermieri dunque devono seguire anche altri malati. Nei prossimi giorni i 9 pazienti Covid di intensiva verranno trasferiti nel nuovo blocco 2R che ha un totale di 20 posti: 10 di intensiva seguiti dalla clinica sono praticamente già occupati mentre altri 10 di sub-intensiva (pazienti che non devono essere intubati, ma che sono più gravi rispetto agli ordinari e non possono essere curati in malattie infettive) troveranno posto da qui in avanti e saranno seguiti dal personale della divisione di rianimazione. Le due rianimazioni però non manterranno i 18 posti canonici perché non c’è personale sufficiente, da qui la riduzione dei posti. Quando la coperta non è mai lunga abbastanza. Intanto, sempre a Torrette, a proposito di personale, da mercoledì è cambiata l’applicazione dei decreti del governo sul fronte delle sospensioni dei sanitari non vaccinati. Di fatto i tempi per l’invio dei provvedimenti agli interessati dovrebbero essere più rapidi, soprattutto il personale ch non fa parte degli ordini professionali, medici e infermieri. Tutti gli altri finiranno sotto il controllo dei singoli reparti e le posizioni inviate a un gruppo ristretto di lavoro che avviserà i non vaccinati a farlo entro 20 giorni prima della sanzione. Non più tempi biblici per loro (nella prima fase alcuni dipendenti sono stati raggiunti dalle lettere dell’Asur tre mesi dopo l’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale). Medici e infermieri continueranno invece a essere ‘puniti’ dai rispettivi ordini ma con le stesse modalità. Nella fase precedente a Torrette sono stati sospesi 45 dipendenti, tra cui 1 medico, ma di questi una decina hanno cambi ato idea vaccinandosi e tornando dunque al lavoro. Gli altri continuano a restare senza lavoro e senza stipendio. Nel frattempo a Torrette la campagna vaccinale per la terza dose, la cosiddetta booster, dedicata ai sanitari è partita ormai da alcuni mesi e presto raggiungerà il totale del target. Sarà interessante capire quanti irriducibili cambieranno idea e quanti vaccinati con la seconda non si sottoporranno alla terza.