GIACOMO GIAMPIERI
Politica

Matteo Ricci si candida alle regionali delle Marche: “Non ho resistito. Ho un progetto nuovo”

L’ex sindaco di Pesaro rompe gli indugi. C’è tutto lo stato maggiore del Pd. “Quando me lo hanno chiesto, già sapevo di correre per la mia regione”

Al centro Matteo Ricci con i consiglieri regionali del Pd

Al centro Matteo Ricci con i consiglieri regionali del Pd

Ancona, 22 marzo 2025 – “La sfida storica è cambiare la regione. E oggi sono qui e posso scegliere solo le Marche, dando la disponibilità a correre come presidente della Regione".

L’ufficialità in un annuncio alle 21.25 di ieri sera, dal palco di un teatro La Nuova Fenice di Osimo gremito. Matteo Ricci correrà da governatore per la coalizione di centrosinistra, coalizione – chiarisce subito – ancora da costruire, ma che punti a "un progetto nuovo per le Marche del 2050”, modificando quella prospettiva che oggi ci vede “marginali, deboli, influenti”.

Responsabilità politica e visione per il futuro

Implicitamente punta il dito sull’attuale governance regionale. Sente, dice, "il peso della responsabilità politica”, in un contesto storico complesso. Cita i conflitti, sogna l’Europa libera. E dice sì alla richiesta di scendere in campo. “Ho risposto a una chiamata”. Menzionando un passaggio del film Matrix, sei qui per conoscere una scelta già fatta.

"Quando me lo hanno chiesto, già sapevo di correre per le Marche. Non ho resistito al grande amore per la nostra terra”, spiega. Tre motivi.

I tre motivi della candidatura 

Il primo: “Vedere se il Pd era unito. Non solo è unito. Noi oggi siamo granitici. Questo grazie alla segretaria regionale Chantal Bomprezzi e al gruppo dirigente”.

L’ascia di guerra è stata deposta. Del Pd litigioso e diviso, almeno in apparenza, solo un ricordo. Lo stato maggiore c’è tutto nella città in cui un’amministrazione di centrodestra è caduta in cinque mesi (“simbolo della mediocrità e dell’arroganza dell’estrema destra che gestisce il potere fine a se stesso: bravissimi a mettersi insieme, incapaci di governare”, l’esordio). Ci sono ‘ex’ di peso (in prima fila il già governatore Luca Ceriscioli), altri sin d’ora quotati dai bookmakers in un’ipotetica squadra Ricci (come il già primo cittadino di Ancona, Valeria Mancinelli). Sindaci, parlamentari, consiglieri regionali e locali. Anche cittadini.

Poi il secondo tema. Con ‘Un marchigiano alla porta’ “volevo conoscere l’opinione di coloro che mi hanno sostenuto alle Europee”, ma anche le opinioni “di quelli fuori regione”. Il terzo motivo è legato alle sue origini: “E a quel sogno da ragazzo di fare il parlamentare europeo. Ma all’amore non si comanda e alla richiesta della nostra terra non si resiste”.

“Il centrodestra? Mi sforzerò di non parlarne male”

Prova a non chiamare in causa il centrodestra (“mi sforzerò di non parlare male”), ma cede subito: "I marchigiani vogliono sapere cosa penso, quindi devo farlo, ma mi sembra di sparare sulla Croce Rossa”. E allora accusa: parte delle imprese e dal lavoro (“stiamo scivolando”), prosegue sul terremoto («lo abbiamo gestito noi. A Giovanni Legnini dovrebbero fare un santino”, ricordando i milioni per la ricostruzione), rintuzza sulla sanità (“hanno tre assessori che non fanno per uno») e sulla salute (“dovremo diventare la regione con la qualità della vita più alta”).

Sull’Atim, “la chiuderemo e con quei 12 milioni daremo 30mila euro alle giovani coppie che investono nelle aree interne”. Fa suo il tema della sicurezza, lo mette in cima all’agenda. Lancia una prima iniziativa, in aprile, ‘Ricucire le Marche’. Località non casuali: Cantiano, Fabriano, Camerino, Comunanza e Arquata del Tronto. “Ci andremo in bici, per mantenere il contatto con le persone”.