Ancona, 20 novembre 2024 – No panic, niente paura. Mentre il leader di Iv Matteo Renzi prenota già un posto nel futuribile campo largo delle Marche di ricciana ispirazione ("noi staremo con il centrosinistra e non accettiamo veti"), dopo un giorno di silenzio è il governatore Francesco Acquaroli che si incarica di raffreddare gli ardori nel campo avversario e di spegnere le fibrillazioni in casa propria, ammesso che ce ne siano. Il mantra è: teniamo i nervi saldi e pensiamo a lavorare, le Marche non sono l’Umbria, come Matteo Ricci e il Pd vorrebbero farci credere dopo la doppietta del centrosinistra alle regionali.
"In Umbria già alle elezioni amministrative c’era stato un cambio alla guida di tante città, penso a Terni, Spoleto e Perugia – spiega Acquaroli a margine del Consiglio regionale, schivando la mischia con l’eurodeputato dem, che non cita mai –. Nelle Marche il trend è praticamente inverso e tante città che erano state governate dal centrosinistra sono passate al centrodestra oppure a liste civiche vicine al centrodestra". E poi occhio, incidono "mille variabili", ma sulla bilancia del voto pesano soprattutto "le cose fatte". "E penso al nostro lavoro – rivendica il governatore –, che mi rende particolarmente soddisfatto, almeno dal punto di vista delle riforme e dei risultati che iniziamo a vedere". Poi cita le "infrastrutture", le "centinaia di milioni di euro messi in campo per imprese ed enti locali sulla programmazione europea 21-27, che ci vede tra i primi per i pagamenti", ma anche "la legge del governo del territorio e lo sforzo enorme sulla sanità" con "le riforme delle aziende sanitarie". "Rispetto al pre-pandemia – rilancia Acquaroli –, stiamo ottenendo risultati importanti nelle liste d’attesa diagnostiche e ospedaliere, e ciò evidenzia un efficientamento del sistema".
La sanità e le liste d’attesa, ecco: il nervo scoperto sul quale il Pd delle Marche martella da mesi seguendo la linea della segretaria Schlein. E non è un caso che a dare manforte al governatore, da Roma, intervenga il deputato Antonio Baldelli, un altro dei maggiorenti di FdI nelle Marche (fratello di Francesco, assessore regionale) a cui l’avviso di sfratto di Ricci con scadenza regionali 2025 deve essere andato di traverso. "È curioso come alcuni esponenti Pd, dopo la tornata elettorale in Umbria ed Emilia-Romagna, sembrino già pronti a traslocare nelle Marche, ma con i bagagli della fantasia – ironizza Baldelli, lasciando da parte la diplomazia usata da Acquaroli –. Parlano come se le elezioni regionali fossero già state decise (da loro), dimenticando che il voto non si vince né con slogan, né con l’arroganza, ma con i fatti. Sarà interessante vedere come spiegheranno ai marchigiani i ’risultati’ ottenuti in trentacinque anni di governo: il declassamento a regione in transizione, lo smantellamento della sanità, il gap infrastrutturale, la fuga di nove Comuni in Romagna. Insomma, è sempre bello vedere un po’ di entusiasmo. Occhio però a non confondere la gara col traguardo". Benvenuti in campagna elettorale.