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Fabriano non ci sta: "Pagina nera per noi"

FABRIANO (Ancona) Non si piange ma neppure si ride a Fabriano. Anzi, Venerdì in assemblea era arrivato il sì dei lavoratori...

FABRIANO (Ancona)Non si piange ma neppure si ride a Fabriano. Anzi, Venerdì in assemblea era arrivato il sì dei lavoratori a un’intesa che per la città della carta prevede che gli esuberi si attestino fino a un numero massimo di 193 unità tra staff, impiegati, quadri, dirigenti e il centro Sviluppo e Ricerca che saranno gestiti con gli strumenti classici (uscite incentivate e contratti di solidarietà). A questi si sommano i 64 esuberi tra gli operai dello stabilimento di Melano dove sarà localizzato l’hub europeo per la produzione di piani cottura a gas, radianti e a induzione. "Questo risultato riflette l’importanza di un dialogo aperto e del rispetto reciproco tra istituzioni, sindacati e aziende", ha detto Fatih Ebiçlioglu, presidente di Beko Europe.

Ma a Roma ieri c’era anche il sindaco Daniela Ghergo che ha sottolineato invece la situazione in controtendenza per Fabriano poco è cambiato: "La vicenda Beko rappresenta una pagina nera della politica industriale italiana. Nonostante l’impegno serio e continuo profuso dalle organizzazioni sindacali in tutti questi mesi di confronto, l’esito della trattativa resta amaro:1.284 esuberi a fronte dei mille e 900 inizialmente annunciati dall’azienda. È un numero che, pur inferiore, non può essere considerato un successo. Per Fabriano è un colpo durissimo: 64 operai e soprattutto 204 impiegati e ricercatori perderanno il lavoro, sancendo di fatto la fine della produzione dell’elettrodomestico nel nostro territorio. Avevamo chiesto un piano industriale concreto, non una dismissione mascherata. Oggi torno in città con la responsabilità di dare risposte a 270 famiglie, a un’economia locale che risentirà inevitabilmente di questa scelta. Fabriano si sente lasciata sola. Mi aspetto ora che il Governo metta in campo misure straordinarie per contenere le ricadute sociali ed economiche, e che la Regione riconosca fino in fondo la necessità di supportare un distretto industriale che ha dato tanto al Paese e che oggi rischia di essere cancellato".

I sindacati "Per Fabriano non è il miglior accordo possibile, è un accordo difficile che lascia aperta una possibilità di parlare di progetto industriale in futuro, ma con un prezzo altissimo in termini di esuberi e di produzione persa".