Alle 16.49 del 18 gennaio 2017 una massa precipita giù dal Monte Siella. “Dopo dieci secondi c’è stato il buio totale, un silenzio assurdo”. Un allarme non recepito, mezzi non utilizzabili, errori nella gestione dell’emergenza. Poi, inizia la conta dei dispersi e la difficile comunicazione dei nomi delle vittime. “Leggevano i nomi davanti alla stampa”, come fossero “i vincitori del festival di Sanremo”, titolo della terza puntata. Il silenzio delle vittime lascia il posto alla rumorosa indagine istituita per stabilire la presenza di responsabilità umane. “Ero lì sotto e sognavo, non potevo fare altro” dice il sopravvissuto Matrone, ma era “un brutto sogno”, titolo della penultima puntata. “Dicono che il tempo guarisca le ferite, ma questo tipo di ferita sanguina per sempre” dice nella docuserie Mario Tinari, papà di Jessica Tinari, scomparsa sotto la neve all’età di 24 anni. La serie si chiude con una verità: “Con questo dolore si impara a convivere, come fossero mostri nel cassetto”.
Cultura e spettacoliSerie Sky Rigopiano, il dolore si rinnova per i parenti delle vittime delle Marche