PAOLA PIERAGOSTINI
Cultura e spettacoli

Il dialetto a Fermo

Il dialetto Fermano entra a pieno nell’area meridionale. Stretto nella sua identitaria ‘u’ e sostituzione della consonante dentale ‘t’ in ‘d’. Per fare qualche esempio: "do’ sta fratutu?" (dov’è tuo fratello?) "so’ strovato un busciu" (ho trovato un buco) "Me manca lu cazittu" (mi manca un calzino), "Me so’ persu lu ca" (Ho perso il cane).

Tante le arcaiche espressioni dialettali, spesso di difficile traduzione. "Lu ceru se consuma e lu mortu non cammina" (Il cero consuma ma la processione funebre non procede) un modo per puntualizzare contesti in cui ci si perde in chiacchere senza produrre risultati. Utili a sottolineare e rimproverare l’estraneità a fatti noti, si usano espressioni come "Da do’ vei, da un cupu de cerqua?" (dove sei stato fino ad ora? in buco di pianta?) oppure "Che si cascatu co un tronu?" (sei arrivato ora sulla terra, scaraventato da un tuono?).

Saggezza popolare anche nel dialetto Fermano: "A la gorba non gne se po’ di’ che va a gaine. Senno’ s’offende" (Alla volpe non si può dire che mangia galline, altrimenti si offende) il detto deriva dall’atavica coscienza dell’essere umano restia ad ammettere certi gusti e tendenze personali.