CLAUDIO SALVI
Cultura e spettacoli

Roberto Molinelli è il marchigiano dell'anno per l'arte e la cultura

Il compositore, arrangiatore e direttore d'orchestra pesarese insignito del prestigioso premio

Il compositore e direttore d'orchestra Roberto Molinelli

Il compositore e direttore d'orchestra Roberto Molinelli

Pesaro, 2 luglio 2023  - La “sua” Pesaro ed un ritorno momentaneo per il compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra Roberto Molinelli, fresco vincitore del premio Marchigiano dell’anno 2023 per la categoria arte e cultura e vero e proprio “globetrotter” dei palchi e dei teatri internazionali.

Molinelli, vincere il premio Marchigiano dell’anno 2023 per il settore artistico, che significato ha per lei? “Sono davvero onorato di essere stato premiato, è un riconoscimento lusinghiero per il grande lavoro che svolgo quotidianamente, e fin da bambino, nella Musica: la cosa che più amo. Dedicare una vita alla Musica significa ritmi di studio e di lavoro al di fuori di ogni programmazione: si è sempre “online”, con la mente e con il cuore, non ci sono festività o ferie comandate e hai la valigia sempre pronta per partire”.

Nato ad Ancona, studi e formazione e attuale residenza a Pesaro. Le Marche sono decisamente nel suo dna “E’ un grande orgoglio per me essere marchigiano. Le Marche, unica Regione al plurale, terra dei 100 teatri: è chiara la grande importanza che ha da sempre rivolto alla Musica, alla Cultura, e all'incontro e alla socializzazione attraverso di esse. Ogni città e ogni paese, ogni grande o piccola realtà ha tenuto, nella storia, a dare ampia vitalità e a suscitare interesse per il proprio patrimonio culturale. La mia formazione musicale al Conservatorio di Pesaro, che è uno dei più grandi e rinomati d'Italia, la ricordo con grande affetto per la fucina di idee, di eventi e di incontri che hanno dato tanto al musicista che sono oggi diventato. Erano gli anni in cui nasceva e si affermava il Rossini Opera Festival, gli anni in cui allo Sferisterio di Macerata facevano tappa i più grandi nomi della musica mondiale, due realtà di gran pregio che, da allora a tutt’oggi, hanno continuato e consolidato l’amore della nostra terra per l’Opera e per la Musica tutta”. Nei suoi progetti in giro per l’Italia e il mondo lei porta sempre un po' della sua regione “Dovunque io vada nel mondo porto sempre con me la grande tenacia, la forza e lo spirito di sacrificio che sono la quintessenza del carattere di noi Marchigiani: andare avanti, a "testa bassa", lavorando su ogni avverso imprevisto per ridipingerlo come una nuova e piacevole opportunità”. Formazione classica e istinto rock. Come riesce a conciliare tutto questo nel suo ruolo di direttore d’orchestra? “Sono sempre stato interessato alla musica a 360°, fin da bambino studiavo e amavo tutti i compositori classici unitamente al desiderio e alla curiosità di analizzare ciò che accadeva nella “popular music” di allora. C’erano spesso importanti parallelismi che stuzzicavano il mio orecchio sempre attento, e credo che poi il tempo mi abbia dato ragione: come si fa oggi a dire che “Bohemian Rhapsody” dei Queen non sia un brano composto con struttura e stilemi classici, che Keith Emerson non sia stato uno dei più virtuosi e versatili pianisti del nostro tempo, paragonabile ai grandi pianisti e compositori della storia della musica classica, come si potrebbe non definire “The Wall” dei Pink Floyd una delle più riuscite operazioni per far convivere rock e opera lirica sullo stesso palcoscenico? Ecco che musica classica e istinto rock rispondono in me alla stessa voglia di creatività e di inventiva senza confini. Ciò è convissuto in me fin da adolescente e mi fa piacere constatare che oggi la mia intuizione si sia avverata e che i due mondi siano oggettivamente vicini, come mai lo sono stati in passato”. Il pop e il rock sono ormai entrate di diritto nella sale da concerto classiche. Crede che tutto questo possa servire ad avvicinare i giovani a teatro? “Sicuramente sì: i teatri e le sale da concerto devono portare in scena, oltre ai grandi capolavori classici del passato, anche gli spettacoli odierni, l’importante è sempre la cura nella quale si progetta la realizzazione. Io ho diretto, composto e arrangiato brani per musicisti appartenenti ai generi musicali più diversi, da Josè Carreras a Mahmood, da Andrea Bocelli a Enrico Montesano, solo per citarne alcuni. In tutti questi lavori ho curato, fin nei minimi dettagli, la sonorità e il grande rispetto per l’orchestra, affinchè donasse il suo spessore di eleganza, di raffinatezza e, all’occorrenza, di grande potenza e maestosità in qualsiasi occasione. E’ sempre mia particolare cura far sì che l’orchestra sia co-protagonista sulla scena, mai mero accompagnamento di sottofondo”. Che cosa porta della sua Italia all’estero? “Cerco di portare il grande e unico patrimonio musicale della nostra Italia, la bellezza delle melodie dall’opera lirica alla tradizione popolare, nonché la professionalità e la grande creatività artistica e culturale che ci hanno sempre distinto come popolo. Ma anche la passione e l'amore verso ciò che facciamo con grande dedizione e determinazione”. Progetti ? “Avrò un’estate piena di concerti, in collaborazione con alcune delle più importanti orchestre nazionali, e a seguire ci sarà la ripresa di “QUEEN- Barcelona Opera Rock” in un famosissimo teatro, poi un tour in Kazakistan e in Oriente con una fantastica orchestra sinfonica, un nuovo progetto con brani originali dedicati ai funamboli del Violino e diverse novità per il momento top-secret, che presto verranno svelate!”