
Luca Bizzarri torna al teatro, un momento di ’Il medico dei maiali’
Fermo, 30 gennaio 2025 – Il suo podcast ’Non hanno un amico’ è diventato uno spettacolo teatrale che proprio due giorni fa è andato in tv in prima serata. E c’è l’appuntamento fisso a Dimartedì di Giovanni Floris su La7, solo per citare le sue recenti attività più note. Ma ora Luca Bizzarri ha deciso di tornare a una sua antica passione, la prosa, con lo spettacolo ’Il medico dei maiali’, scritto e diretto da Davide Sacco con Francesco Montanari, David Sebasti e Mauro Marino. Si tratta dell’ultimo atto della trilogia, insieme a ’L’uomo più crudele del mondo’ e ’Sesto potere’, ’La ballata degli uomini bestia’. In ’Il medico dei maiali’, c’è il re d’Inghilterra che muore all’improvviso in un albergo in Scozia. Toccherà all’unico dottore disponibile in zona constatarne il decesso: un veterinario che, pur stando al gioco, capisce che il re non è morto d’infarto come si vorrebbe far credere. Il principe ereditario è invece un ragazzotto arrogante e sprovveduto vestito da nazista e alticcio, impreparato alle responsabilità che lo attendono. Il veterinario capisce di dover cogliere un’opportunità. “Chi ha il potere resta al potere – ricorda Sacco – ma i servi non vogliono più essere servi. Quando le certezze cadono, quando muoiono i padri e crollano le torri, l’essere umano si mostra sempre per quello che è: una bestia, una bestia pronta a essere un uomo”.
Bizzarri, come è nato questo suo ritorno al teatro?
“È nato nel modo più classico, ovvero con Davide Sacco che mi ha mandato una mail con in allegato il copione. E ho pensato subito ’questo lo faccio’. Cerco sempre di mettermi un po’ in difficoltà facendo cose che non ho mai fatto prima. Nel caso della prosa tra l’altro, torno a quello che facevo più di venti anni fa”.
Tra la tv, il podcast e il teatro, cosa la diverte di più?
“Il teatro, soprattutto quando lavoro con attori come quelli che sono con me in questo spettacolo. Ci divertiamo tanto in scena e fuori”.
Rispetto a venti anni fa, ha notato delle differenze nel pubblico?
“Secondo me è migliorato e credo sia un effetto positivo del Covid. È come se oggi chi viene a teatro fosse più contento, grato dello spettacolo a cui sta assistendo. Il fatto di non poterci andare forse ci ha aperto gli occhi sulla magia che si crea in sala, dove ogni evento è unico e irripetibile, una serata non sarà mai identica a quella prima”.
Sono diverse le date che ha in programma nelle Marche, passerà in regione quasi una settimana.
“Sono contento, ci sono già stato e ho bei ricordi. Secondo me le Marche sono un po’ sottovalutate, soprattutto per la loro bellezza naturalistica. Non sono famose ed è un peccato, le colline dolci del paesaggio sono splendide”.
Lei toccherà città che, come tanti altri posti in Italia, hanno avuto danni gravissimi dalle alluvioni e dagli effetti del cambiamento climatico. Secondo lei come si fa a comunicare in maniera leggera un tema così angosciante, per non scatenare l’effetto “noia” in chi ci legge?
“Non lo so. Purtroppo anche io quando c’è un tema serio, che mi fa soffrire, non posso che comunicare il mio dolore così com’è. Ad esempio a me piaceva tanto il rumore della pioggia. Siccome ero povero, facevo le vacanze in tenda e mi ricordo quel rumore rassicurante che mi cullava. Oggi non è più così, ho notato che la pioggia ha iniziato a farmi paura dopo i tanti disastri che continuano a succedere. Poi come carattere cerco sempre il lato tragicomico delle cose, e di solito lo trovo, si può ridere di tutto”.
Lei si muove tra diverse produzioni, cosa fa quando non lavora?
“In realtà lavoro sempre e questo è un problema. Prima stavo col mio cane Smog, ma purtroppo oggi non abbiamo quella routine”.
Il lutto per un animale è qualcosa di profondo anche se c’è ancora pudore nel mostrarlo. Eppure si soffre molto.
“Io sono venuto a vivere a Bologna principalmente perché nella mia casa di Genova c’è la cuccia di Smog e non posso neanche guardarla...”
Come si vive a Bologna?
“Molto bene, è collegata benissimo a differenza di Genova. E mi fa bene, qui c’è meno gente anziana e sempre incazzata, poi sennò anche io divento così. Qui invece le persone sono più allegre. Certo oggi ci sono davvero tantissimi turisti”.
Se potesse lavorare con qualcuno in futuro, chi sceglierebbe?
“Tantissimi personaggi ci sono con i quali vorrei collaborare. Forse uno che mi viene in mente è Picchio (Francesco) Favino, abbiamo fatto tante cose buffe insieme ma mi piacerebbe farne una sul serio”.
Lo spettacolo Amat sarà in scena stasera alla Fenice di Senigallia, domani al Cicconi di Sant’Elpidio a Mare, sabato e domenica al Concordia di San Benedetto e lunedì a Camerino. Info 071/2072439 amatmarche.net.