Ancona, 2 novembre 2022 - Una vita, quella professionale, trascorsa nel mondo del turismo, quello con la T maiuscola a livello nazionale e internazionale: dalla progettazione alla comunicazione fino alla gestione. Lui, Marco Bruschini, classe 1965, da due mesi è sbarcato nelle Marche con il ruolo di direttore della neonata Agenzia del Turismo che a dire il vero si occupa anche di Internazionalizzazione. Laurea alla Luiss e per anni, dal 2009, all’interno dell’Enit con incarichi dirigenziali e la responsabilità dei rapporti nel settore tra l’Italia e Mosca con tutti i Paesi dell’ex Unione sovietica e poi Parigi, Madrid solo per citarne alcuni. Un uomo di relazioni e con un’esperienza certificata che il governatore Acquaroli ha voluto alla guida dell’Agenzia dopo aver vagliato una serie di curriculum. Negli ultimi anni Bruschini è passato all’Aci come dirigente nazionale dell’Ufficio progetti e promozione turistica per poi accettare la chiamata nelle Marche. E tra i tanti incarichi anche quello dell’organizzazione, sotto il Governo Draghi, del G20 che si è svolto in Italia lo scorso anno. Ecco, sarà questo professionista a dover tradurre in fatti le indicazioni che arriveranno dalla politica implementandole con la sua esperienza.
L'intervista di Alfredo Quarta
Direttore Marco Bruschini, i dati dei primi otto mesi del 2022 sono più che positivi sul fronte del turismo regionale, ma dopo appena 60 giorni che idea si è fatto?
"Ovviamente conosco le Marche e le potenzialità che questa regione può esprimere. Proprio per questa voglio spingere su un progetto che definisco di ‘contaminazione’".
In che senso?
"La contaminazione tra le tante eccellenze presenti nel territorio che, insieme, possono concorrere a far crescere il turismo marchigiano. Per farlo, soprattutto all’estero, è quanto mai necessario rafforzare il brand".
In molti ci hanno provato.
"Non ne dubito, ma la differenza è che grazie alle ‘contaminazioni’ non punteremo solo alle bellezze paesaggistiche, culturali, al mare, ai monti. Faremo vedere in Italia e all’estero che le Marche sono anche altro".
Si riferisce, ad esempio, ai grandi marchi della moda piuttosto che dell’arredo?
"Certo. Si devono mettere in vetrina tutte le ’bellezze’ che sono presenti. Per farlo c’è bisogno di uno sforzo di sistema, avere coraggio e far emergere l’unicità nella molteplicità".
Per far questo c’è bisogno di una forte intesa col mondo industriale.
"Assolutamente sì. Guardi, uno dei miei sogni è quello di poter vendere una paio di scarpe prodotte nelle Marche ma dove nella scatola c’è un QR code che aprendolo ti presenta le Marche tra bellezze ed eccellenze. Ecco come si può fare sistema".
Direttore, a proposito di promozione, cosa pensa delle ‘storiche’ fiere di settore?
"Che da sole non bastano, servono per mettere delle bandierine. Alla base si deve avere il prodotto da proporre in primis a quelli che sono i mercati di riferimento".
Vale a dire?
"La Germania, come dimostrano i dati dei primi otto mesi di quest’anno, un territorio che ha anche la facilità di poterci raggiungere in auto. Poi l’Austria, la Svizzera, l’Olanda, il Belgio e inserirei anche i paesi Scandinavi. Si può anche puntare sulla Polonia che sta avendo una forte crescita del Pil e andrebbe a soppiantare, almeno in parte, quello che viene a mancare dalla Russia. Senza dimenticare il Regno Unito che ha fatto registrare un più 400%".
Scusi, per far arrivare questi turisti c’è bisogno però di un aeroporto in piena attività mentre al momento il periodo non sembra roseo.
"E’ fondamentale lavorare sull’aeroporto delle Marche. Ho già avuto modo di confrontarmi con loro per un progetto promozionale comune. Lo scalo senza voli non serve e se pensiamo che fino a oggi le presenze nelle Marche sono per l’80% di italiani e solo il 20% di stranieri è evidente che il trasporto aereo è crucale se vogliamo far crescere quel dato".
Guardando oltre l’Europa e pensando a un aeroproto in piena attività, ci sono possibilità di aprire il mercato turistico marchigiano al mondo arabo?
"Nel medio periodo sì e sarebbe opportuno arrivarci. In particolare con Turchia ed Emirati Arabi che sono anche hub aeroportuali con le loro compagnie aeree (Turkish Airlines ed Emirates, ndr). E mi spingo oltre. Penso al Kazakistan, all’Azerbaigian con la capitale Baku e all’Uzbekistan con la meravigliosa Samarcanda".
Oltre alle mete, su quali settori la regione può puntare?
"Sul turismo del lusso e quello congressuale per far avere alle Marche un ruolo da protagonista a 360 gradi. E proprio in quest’ottica, a fine mese, saremo a Barcellona alla Fiera dedicata al turismo congressuale per iniziare a farci vedere. E’ importante partire anche con piccoli eventi ben fatti. In questo tipo di turismo poi il passaparola diventa fondamentale".
Ma per questo settore è necessario avere anche le strutture adatte.
"Infatti parlo prima di piccoli eventi da 2-300 persone ma che servono a far capire che ci siamo. Se tutto va bene poi si rende necessario, ad esempio, far sbarcare sul territorio una grande catena internazionale con strutture annesse che ci possano permettere di accogliere congressi ancora più grandi. E alberghi di un certo livello servono anche per il turismo del lusso. Chi arriva per fare shopping nelle tante aziende di fama internazionale presenti nelle Marche vuole anche un’accoglienza adeguata".
Direttore, quanto è importante la figura del testimonial?
"E’ positiva, soprattutto per le Marche che possono contare sul ct della nazionale di calcio Roberto Mancini, perchè fa parlare della regione. Una scelta perfetta quella portata a termine dal presidente Acquaroli. Anche in questo caso, però, è importante mettere intorno al testimonial una forte campagna promozionale, creare eventi, andare in tv".
Bruschini, ultima domanda: dove si trova la sua sede operativa?
"La stiamo realizzando e troverà posto nel palazzo della Camera di Commercio ad Ancona. Stiamo perfezionando l’accordo, e se tutto andrà bene saremo operativi dal primo gennaio".