Ancona, 9 agosto 2023 – Il ministro degli Esteri Tajani e il ministro dell’Ambiente Pichetto hanno nominato il prof Francesco Corvaro Inviato Speciale per il Cambiamento climatico. Corvaro, civitanovese, è professore associato in Fisica Tecnica Industriale presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale e Scienze Matematiche dell’Università Politecnica delle Marche, e vanta competenze nei settori della transizione energetica ed ecologica e del cambiamento climatico. Corvaro rappresenterà l’Italia ai tavoli tecnici e scientifici, anche in vista della prossima Cop28 e della presidenza italiana al G7 nel 2024.
Professor Francesco Corvaro, come possiamo definire l’incarico di Inviato speciale per il clima che il Governo le ha concesso?
"Opererò su due piani distinti, interno ed esterno. Nel primo caso coordinerò tutte le attività che l’esecutivo proporrà sul tema dei cambiamenti climatici; per quanto riguarda la sfera internazionale la mia sarà una sorta di funzione diplomatica".
Nel concreto?
"Capiterà di fare le veci del Primo Ministro e dei Ministri degli Esteri e dell’Ambiente, rappresentando l’Italia ai grandi appuntamenti collegati al tema del clima".
L’opinione pubblica, nelle ali estreme, si divide tra eco ansiogeni e negazionisti. Lei da scienziato come si pone?
"Equidistante. I cosiddetti negazionisti li lascio ai talk show che si occupano dell’argomento così come si erano occupati di pandemia, di guerra e così via. Mi lasci aggiungere una cosa però...".
Dica pure.
"A chi è preoccupato da presunte conseguenze drammatiche sotto il profilo climatico dico di stare tranquillo. Basta creare allarmismi inutili e anzi controproducenti, basta catastrofismi. Esistono dei problemi, ma non c’è nulla di irreparabile, a meno che qualcuno non abbia ricevuto notizie diverse dal Padre Eterno o si sia imbattuto in avvistamenti di meteoriti. Affidiamoci alla scienza, quella seria".
Come spiegherebbe con un esempio comprensibile a tutti, ciò che sta accadendo e cosa fare affinché si possa intervenire nei confronti dei cambiamenti climatici?
"Teniamo il focus sull’eccesso di anidride carbonica. Se abbiamo una bottiglia piena d’acqua, poi ci versiamo dentro il contenuto di uno shottino (i bicchierini da liquore, ndr,), la conseguenza sarà la fuoriuscita del liquido. Non importa quanta acqua aggiungiamo alla bottiglia, se tanta o poca come quella di uno shottino. Sarà necessario e al tempo stesso sufficiente eliminare quel poco di acqua in più per limitare fenomeni pericolosi. Lo shottino un milione di anni fa non c’era, per evitare ripercussioni dobbiamo tornare a quello standard".
Serve equilibrio dunque nelle valutazioni, è questo che intende?
"Sì, tutto è recuperabile. Il problema esiste, l’impatto c’è, è davanti agli occhi di tutti e va affrontato attraverso i binari della conoscenza, non della fatalità. Stiamo parlando di leggi fisiche, non di fantascienza".
Cosa la infastidisce di più dei dibattiti pubblici che imperversano in tv?
"Tantissimi aspetti, ma uno più degli altri: chi fa confusione tra clima e meteo".
Tornando al suo ruolo, lei è già è operativo?
"Ufficialmente la nomina del Governo porta la data del 1° agosto. Da quel giorno sono in aspettativa alla Politecnica delle Marche. In questo momento mi trovo negli Stati Uniti dove stavo svolgendo un lavoro di ricerca. Ho preso subito contatto con il personale omologo negli States, dove il mio stesso ruolo è coperto da John Kerry, Inviato Speciale per il Clima del presidente Biden".