ALESSANDRO CAPORALETTI
Cronaca

Baronessa, dalla pista del sequestro al telefonista misterioso: la ricostruzione delle ultime ore

La sentenza di Iacoboni: “Incomprensibile che abbia disertato l’appuntamento con Porfiri”. Il giorno della scomparsa la Peugeot fece più volte la spola sulla strada per Sassotetto

Baronessa, dalla pista del sequestro al telefonista misterioso: la ricostruzione delle ultime ore

Macerata, 27 novembre 2024 – Alle 14.30 del 29 novembre 1980 Jeannette Bishop May avrebbe dovuto incontrare Vittorio Porfiri, il contadino dal quale aveva comprato un casolare da ristrutturare in contrada Schito. Per questo era arrivata a Sarnano appena quattro giorni prima, il 25 novembre, alla pensione Ai Pini, e qui l’aveva raggiunta da Ronchis (Udine) l’assistente Gabriella Guerin. Ma da Porfiri non si presentò, né si preoccupò di avvertirlo – mise a verbale lui –, benché ne avesse tempo e modo, almeno all’apparenza. Eppure la sera prima l’ex moglie del banchiere Evelyn de Rothschild – sposata in seconde nozze col miliardario inglese Charles Stephen May – era andata a casa sua proprio per fissare l’incontro, l’indomani. “Inesplicabile” disertare “un appuntamento non privo di importanza”, “incomprensibile” non avvertire nemmeno l’altro, annota il giudice istruttore del tribunale di Camerino, Alessandro Iacoboni, nella sentenza con cui dispone l’archiviazione del caso nel 1989. Potrebbe sembrare un dettaglio. Non lo è, anzi. Perché da qui cominciano i misteri di quel 29 novembre.

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