Ancona, 30 marzo 2024 – Senatore Guido Castelli, commissario alla ricostruzione post sisma, partiamo dalla fine dopo due giorni sull’ottovolante. Possiamo dire ai terremotati di Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo che il Superbonus sisma è salvo dalla stretta prevista nel decreto approvato su input del ministro Giorgetti?
"Assolutamente sì, in maniera forte, chiara e senza nessun tipo di dubbio. Il Superbonus 110% in aggiunta al contributo parametrico per la ricostruzione è nato dall’esigenza di rendere quest’ultimo più robusto, perché reso ormai inadeguato e insufficiente dall’impennata dell’inflazione. Ciò per dire che il 110% per il sisma non è uno strumento voluttuario e opportunistico, io lo definisco un bonus di necessità, che serve cioè a sterilizzare l’aumento degli accolli in capo ai terremotati".
Tecnicamente, si è parlato di una deroga o clausola di salvaguardia inserita nel decreto.
"Esatto: nel provvedimento è espressamente stabilito che la stretta sul Superbonus non si applica agli immobili danneggiati dai terremoti del 2016 (Italia centrale) e del 2009 (L’Aquila), e che il Sismabonus sarà riconosciuto entro un massimale di 400 milioni di euro per il 2024, 330 milioni per il sisma del 2016 e gli altri 70 per quello del 2009".
Il limite di 400 milioni di euro sarà sufficiente? C’è chi ha sollevato perplessità.
"Guardi, è un calcolo che ho contribuito a fare e le spiego su quali basi. Il 2023 è stato un anno record quanto a contributi liquidati per la ricostruzione, pari a 1,3 miliardi, più 73% sul 2021 e più 37% sul 2022. Ecco, in un anno così importante per il Superbonus sisma lo Stato ha pagato qualcosa come 260 milioni, più o meno il 20% delle erogazioni complessive. Ora noi abbiamo a disposizione un massimale di 330 milioni per otto mesi nel 2024, quindi posso assicurare che siamo assolutamente coperti e garantiti. Anzi, le diro di più: dobbiamo arrivarci a 330 milioni, perché significherebbe che abbiamo aumentato il ritmo dei pagamenti alle imprese. Tra l’altro, aggiungo: il massimale di 400 milioni di euro è più uno scrupolo e una garanzia del mezzo".
In che senso?
"Siccome del Superbonus 110% sono stati sempre contestati l’opacità e il ri schio di splafonamento, abbiamo chiari to che c’è un limite soprattutto per un’esigenza di finanza pubblica, in particolare nei confronti dell’Unione europea".
C’è una stima dei cantieri nel cratere che usufruiscono del Superbonus sisma?
"Direi che siamo nell’ordine di qualche migliaio. Ultimamente, circa la metà dei cantieri che si aprono nel cratere hanno almeno in parte il Superbonus. Per i danni gravi, in particolare, è necessario per ottenere l’adeguamento sismico, ovvero l’obiettivo richiesto dalla legge".
Fino a quando sarà valida la deroga per il Superbonus sisma?
"La norma che autorizza l’addizione tra il 110% e il contributo parametrico è valida fino al 31 dicembre del 2025. Saranno cioè coperte tutte le spese a valere sul 110% effettuate e rendicontate entro quella data".
È vero che mancano all’appello ancora 18mila progetti di ricostruzione. È preoccupato?
"In tutto il cratere abbiamo raccolto circa 50mila cosiddette manifestazioni di volontà (volontà di ricostruire, ndr ), ma a oggi abbiamo registrato il deposito di poco più di 30mila progetti. Ne mancano cioè circa 19mila. Va detto che per ogni terremoto c’è una soglia fisiologica di non ricostruito pari al 10%: parliamo di singole desistenze, in particolare di persone anziane che perdono interesse alla ricostruzione. Detto ciò, ci aspettiamo 18mila progetti e ahimé soprattutto la saturazione degli studi professionali non ne consente il deposito. Posto che ci sono progetti che hanno motivate ragioni per non essere pr esentati, e mi riferisco a condizioni oggettive di difficoltà nei luoghi più colpiti, noi vogliamo assolutamente sollecitare categorie e terremotati a presentarli".
Come?
"Intanto abbiamo stabilito una scadenza perentoria, il 30 giugno, per i titolari del contributo di autonoma sistemazione. Ecco, se entro quella data non avranno presentato progetti di ricostruzione di prime case, il beneficio sarà sospeso fino al deposito del progetto. Ove esistenti, bisogna isolare eventuali comportamenti opportunistici. E soprattutto l’obiettivo che mi pongo per il 2024 è di riportare gli sfollati nelle loro case, al netto delle situazioni che devono essere ancora affrontate".
Quante persone sono ancora fuori di casa nel cratere?
"Complessivamente sono circa 10mila persone: tremila nelle casette e settemila in autonoma sistemazione, la maggior parte nelle Marche, che da sole rappresentano il 64% del danno sisma e sono il territorio più colpito".
Come procede la ricostruzione pubblica?
"Abbiamo finanziato circa 4 miliardi di opere, più di un miliardo nell’ultimo anno. Quando mi sono insediato, ho visto che effettivamente più della metà delle opere non era partita, perché la ricostruzione pubblica sconta molto il problema della burocrazia. Così abbiamo attivato una sorta di servizio di tutoraggio per i Comuni e condiviso con l’Anac l’approvazione di atti tipo, ovvero schemi già validati. Da ultimo, sul modello del Pnrr abbiamo stabilito delle scadenze perentorie. Oggi posso dire che l’80% delle opere finanziate nel 2023 è stato avviato. E finalmente abbiamo sbloccato anche l’accordo quadro per la ricostruzione di 220 scuole".
C’è un orizzonte per la ricostruzione nell’Italia centrale?
"La ricostruzione per i danni meno gravi, in particolare privata, va molto bene. Ci avviciniamo al superamento della metà dei cantieri chiusi. Nei luoghi più devastati (Arquata, Amatrice), invece, la ricostruzione richiederà ancora non meno di dieci anni, mentre nelle aree meno colpite ci vorrà un tempo sicuramente inferiore".