Ancona, 6 agosto 2024 – Il vero problema di questa estate ha un nome oramai noto a tutti: mucillagine. Un agglomerato di sostanze organiche prodotte dal fitoplancton che ha interessato tutta la costa centro-settentrionale adriatica. Anche le Marche, dunque, non sono state risparmiate, con gli agglomerati maggiori che si sono formati a Pesaro, all’altezza di Ancona (in particolare il Passetto e le spiagge del Monte Conero), e nella zona del sambenedettese.
Conosciamolo più nel dettaglio questo materiale gelatinoso che sta galleggiando da diversi mesi nelle nostre acque, visibile a occhio nudo in grosse chiazze color verde-marrone. Spiegato in una conferenza stampa andata di scena oggi alla Mole Vanvitelliana di Ancona da parte di alcuni rappresentanti di Legambiente, che hanno presentato i dati di una analisi sulla qualità dell’acqua valida per la campagna di “Goletta Verde”.
Come si è formata?
La mucillagine si è formata dopo essere stata influenzata da alcuni fattori come l'aumento delle temperature, l'eccesso di nutrienti nelle acque e la stagnazione del mare. Questo materiale viene trasportato orizzontalmente dalle correnti ed è soggetto a movimenti verticali dovuti ai cambiamenti di temperatura dell’acqua.
I precedenti
Nell’Adriatico centro-settentrionale, la mucillagine è già nota dal 18° secolo, ma ha raggiunto la massima intensità nelle estati del 1988, 1989 e 1991. Nel 1989 il materiale mucillaginoso ha interessato una superficie di mare di 9 mila chilometri quadrati raggiungendo anche le aree costiere. Si è ripresentato nelle estati del 1997, del 2000 e, in misura ridotta, del 2001.
Cosa è capace di fare la mucillagine?
La mucillagine è conosciuta per la sua capacità di produrre muco, un processo fisiologico del tutto normale. Gli aggregati mucillaginosi pelagici sono agglomerati amorfi di materiale organico e inorganico in cui possono essere inglobati batteri, cellule fitoplanctoniche, organismi zooplanctonici, materiale detritico inorganico, “pallottole fecali” e materiali che si trovano in sospensione. Le sostanze di tipo mucoso possono essere secrete da un’ampia varietà di vegetali, di animali nonché dalla flora microbica.
La fake news da evitare
Con la nuova ricomparsa della mucillagine, c’è chi ha lanciato falsi allarmismi sostenendo che questo fenomeno naturale avesse una diretta conseguenza per la salute pubblica. Farsi il bagno in acqua è possibile anche in presenza di mucillagine, che non è capace di produrre tossine, sebbene non propriamente gradevole. È diventato imponente negli ultimi mesi a causa dell’eccessivo apporto di nutrienti, come azoto e fosforo provenienti dal bacino del fiume Po, che alimentano una maggiore secrezione delle microalghe presenti nei fondali del litorale Adriatico.
A cosa è dovuto l’eccesso di nutrienti?
I nutrienti, come azoto e fosforo, sono una diretta conseguenza del loro uso in agricoltura e negli allevamenti di bovini e suini. Le forti piogge dei mesi scorsi in tutto il bacino del Po, ma non solo, hanno di fatti dilavato i terreni agricoli di queste sostanze arrivate in Adriatico attraverso i fiumi.
Il peso dell’agro-zootecnia sul mare Adriatico
Secondo i più recenti dati pubblicati dall’Istat, le regioni del Nord si intestano un consumo di fertilizzanti che rappresenta il 62% del dato nazionale per l’azoto e del 58% per il fosforo. Stesso discorso per gli allevamenti intensivi: nel Nord si concentra il 67% di bovini e il 90% dei suini allevati in tutta Italia. Il tutto si traduce in un grosso peso per l’Adriatico, in termini di azoto e fosforo. Uno studio di Autorità di Bacino del Po e le università di Ferrara, Parma e Torino ci dice che 251 mila tonnellate di azoto finiscono ogni anno nei fiumi e nelle falde e da qui, nell’alto Adriatico mentre il quantitativo di fosforo ammonta a 73 mila tonnellate all’anno.
Quando se ne va la mucillagine?
Il tempo purtroppo non è stimabile. Molto faranno le condizioni meteo nei prossimi tempi. Le mucillagini si sono sempre formate di più a causa di condizioni meteo favorevoli e per le acque stratificate, perché c’è una grande differenza tra le acque superficiali e il fondo. Anche gli abbondanti apporti di acque di tipo dolce per le (poche) piogge cadute in questi tempi hanno probabilmente favorito la crescita di questi aggregati polisaccaridici.