DAVIDE EUSEBI
Cronaca

E’ morto Gianluigi Calzetta, addio all’uomo del vino delle Marche

Si è spenta a 82 anni una delle figure faro dell’enologia marchigiana nel mondo, era nato a Novilara

Gianluigi Calzetta, a sinistra, quando era presidente di Assivip, consorzio di produttori, qui con le olimpioniche Vezzali e Trillini e con Giancarlo Rossi

Pesaro, 23 ottobre 2024 – Se n’è andato in punta di piedi, con la leggerezza e l’eleganza che lo aveva contraddistinto sempre. E’ morto Gianluigi Calzetta, che definire l’uomo del vino delle Marche è poco. Era nato a Novilara 82 anni fa, ma ben presto aveva lasciato il suo paese nativo per seguire la famiglia prima in Sardegna e poi in Toscana, alla Dreher, la famosa azienda produttrice di birra in seguito assorbita da una multinazionale olandese.

Fu allora, nel 1974, che Calzetta passò dalla birra al vino su invito di Bruno Bolla, assumendo l’incarico di direttore commerciale per l’Italia e per l’estero di una grande cantina. E’ nato in quel momento il grande amore per il vino che lo portò a girare il mondo per trent’anni, per poi tornare da Brescia nelle Marche per problemi famigliari in qualità di direttore commerciale, per dieci anni, della celebre cantina Garofoli di Loreto.

Più tardi, nel 1996, l’imprenditore Gennaro Pieralisi gli affidò l’incarico di amministratore delegato della sua nuova cantina, la vini Monteschiavo, costruita sulle ceneri di una cooperativa, che Calzetta portò ai vertici con capacità manageriali e intuizioni non comuni. Prezioso il suo apporto per il vino marchigiano: è stato presidente di Assivip, il consorzio che radunava le cantine marchigiane, con al suo fianco Giancarlo Rossi, con cui formò una straordinaria coppia di promoter del vino regionale nel mondo. Con loro, ricorda Rossi, "l’enoteca regionale di Jesi fece una incessante attività sul territorio, portando nelle Marche turisti, buyer e giornalisti italiani e stranieri con iniziative a Roma, Milano e nelle varie sezioni Ais e Slow Food.

In prima linea con Assivip mettendoci la faccia ed il coraggio, caratteristiche non sempre comuni a tutti. Uomo con la schiena dritta, amava la puntualità, arrivando sempre mezzora prima. Gigi lascia un grande vuoto nel mondo del vino e in chi ha condiviso anni di impegno per promuoverlo. E’ con lui che furono installati i cartelli che delimitavano le doc".

Kurt Rahue scrive: "Personalità, empatia, cuore, il calore umano che ti avvolgeva mi ha sempre entusiasmato, rara eccezione in un mondo dove vincono spesso successo, gloria, tanta facciata e niente sostanza”.

Un uomo vero, oltre che un grande manager.