LUCIA GENTILI
Cronaca

I detenuti nei cantieri del post terremoto delle Marche

Al lavoro per la ricostruzione pubblica e per le chiese danneggiate. Protocollo firmato fra Governo, Cei, Comuni e Costruttori Edili

Ancona, 11 settembre 2024 – Anche i detenuti al lavoro nei cantieri della ricostruzione pubblica e delle chiese danneggiate dal terremoto. Nel secondo cantiere più grande d’Europa. Lo stabilisce il protocollo d’intesa siglato ieri nella sede del ministero della giustizia, in via Arenula a Roma, tra il ministro della giustizia Carlo Nordio, il commissario straordinario Guido Castelli, il presidente della Cei (Conferenza episcopale italiana) cardinale Matteo Maria Zuppi, il presidente facente funzioni dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) Roberto Pella e dal presidente dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) Federica Brancaccio. Presenti alla firma anche il viceministro Francesco Paolo Sisto e i sottosegretari alla giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove e Andrea Ostellari. L’obiettivo è rafforzare le opportunità lavorative nei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche, Molise e Umbria promuovendo l’assunzione dei detenuti nei cantieri coinvolti nel processo di ricostruzione post-sisma di edifici pubblici e di culto. Favorendo così anche il loro reinserimento nella società.

A destra Roberto Pella, il cardinale Matteo Zuppi, il ministro Carlo Nordio, il commissario per la ricostruzione Guido Castelli e Federica Brancaccio. A sinistra, un’immagine devastante del sisma del 2016 nelle Marche
A destra Roberto Pella, il cardinale Matteo Zuppi, il ministro Carlo Nordio, il commissario per la ricostruzione Guido Castelli e Federica Brancaccio. A sinistra, un’immagine devastante del sisma del 2016 nelle Marche

Saranno 35 gli istituti penitenziari interessati dal progetto, tutti presenti nelle province di Fermo, Teramo, L’Aquila, Perugia, Spoleto, Ancona, Rieti, Ascoli Piceno, Macerata e Pescara coinvolte dal terremoto di otto anni fa. Il cardinale Zuppi se"nsibilizzerà le diocesi su questo fronte,

"Il Protocollo – ha detto Zuppi – ha una doppia valenza: da una parte dà la possibilità ai detenuti di lavorare, restituendo loro dignità e aprendo orizzonti di futuro. Ed è significativo che questa rinascita parta proprio dai cantieri della ricostruzione, in territori feriti ma desiderosi di ricominciare. Dall’altra parte, ricorda che il carcere è per la rieducazione e la riparazione, mai solo punitivo".

L’Anci si muoverà con i Comuni. Tutti i cantieri del sisma, in pratica, possono essere coinvolti nel progetto. Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, in accordo con la magistratura di sorveglianza, individuerà i carcerati in possesso dei requisiti di idoneità per lo svolgimento del lavoro all’esterno).

Il numero di coloro che saranno effettivamente coinvolti, così come le modalità di inserimento lavorativo, dipenderanno dal programma degli interventi, dai cantieri individuati e dall’incontro fra le esigenze delle aziende e i profili dei singoli detenuti. Le prestazioni potranno riguardare, oltre ad attività di edilizia, anche lo svolgimento di compiti di natura impiegatizia comunque collegati ai cantieri. "Per affrontare le annose criticità del carcere, dal sovraffollamento degli istituti al rischio della recidiva, è fondamentale puntare sul coinvolgimento di tutti: istituzioni, imprenditori, società civile, associazionismo e mondo cattolico – ha detto il ministro Nordio -. Il fine rieducativo della pena e il reinserimento sociale dei detenuti sono un obiettivo primario del governo".

"Si tratta del secondo cantiere più grande d’Europa, un’opera complessa che non si limita alla ricostruzione fisica ma che include una strategia di rilancio economico e sociale delle comunità dell’Appennino centrale – ha aggiunto il commissario Castelli -. Dopo le prime ’false partenze’ finalmente siamo riusciti ad imprimere un cambio di passo. Il 95% delle circa 3.500 opere pubbliche finanziate è stato avviato. Complessivamente i cantieri privati fino ad oggi autorizzati sono stati oltre 20mila e, di questi, sono più della metà quelli già conclusi. I progetti di riparazione approvati degli oltre 1.200 edifici di culto lesionati dal sisma hanno superato la soglia 50% del totale".