
La storica macchina continua F3, la più grande del gruppo Fedrigoni,. è stata spenta dopo 47 anni alle 8.07 del 10 dicembre
FABRIANO (Ancona)Alla fine il gruppo Fedrigoni è pronto a fare un passo indietro sull’accordo col distributore tedesco per l’utilizzo del marchio "carta Fabriano" dopo la chiusura della società Giano. L’accordo sottoscritto con il gruppo Jacob Jürgensen ha infatti provocato una levata di scudi di istituzioni e sindacati. Si va verso lo stop, dunque, ma i tempi non sono brevi. "Prendiamo atto con rammarico dell’impossibilità di procedere con l’accordo di licenza d’uso del marchio Fabriano per la carta da fotocopie stretto con Paperfast, distributore italiano del gruppo Jacob Jürgensen, vista la posizione assunta da diversi stakeholder coinvolti – fa sapere Fedrigoni –. Nel rispetto del dialogo costruttivo instaurato con Regione, ministero delle imprese e del made in Italy e parti sociali, siamo disposti a fare un passo indietro, ma per il territorio questa non è una vittoria, bensì una sconfitta".
"In un contesto di mercato di estrema volatilità – la stoccata di Fedrigoni –, l’accordo avrebbe avuto un impatto positivo sia in termini di volumi generati per il resto del business Fabriano, sia sul piano dell’occupazione nelle Marche, sia sul fronte della protezione del marchio per il futuro. Siamo molto dispiaciuti di non poter portare avanti l’accordo con Jacob Jürgensen: la risoluzione della collaborazione richiederà qualche settimana, data la complessa macchina produttiva e distributiva messa in moto. Ci scusiamo inoltre con i clienti che contavano su questa operazione e ora si rivolgeranno ad altri fornitori di carta fuori dalla Regione e magari dal Paese". Il gruppo torna anche sulla ipotesi di uso ingannevole del marchio paventata, tra gli altri, anche dal ministro Urso.
"Abbiamo chiesto a Paperfast che sulla confezione delle risme di carta fossero indicati sia il luogo di produzione (made in) sia la natura della collaborazione tra Paperfast e Fedrigoni – scrive ancora il gruppo –. L’accordo, sollecitato da alcuni clienti di Fedrigoni, non avrebbe comportato né la delocalizzazione della produzione da parte di Fedrigoni, né la vendita del marchio Fabriano a un’azienda tedesca". Un punto, quest’ultimo, rispetto al quale c’è grande perplessità. "Le dichiarazioni di Fedrigoni fanno riferimento a un recesso che avverrà in un futuro indeterminato e indeterminabile durante il quale la carta a nome Fabriano continuerà a essere prodotta all’estero ingenerando anche un uso ingannevole del marchio – ribatte Daniela Ghergo, sindaca di Fabriano –. Continuiamo a chiederci perché una produzione che la società aveva definito antieconomica, giustificando gli esuberi di 173 lavoratori, ora sia stata ceduta a una società straniera che la produce ottenendone profitti e sostenendo il costo dell’uso del marchio. Il Comune, in attesa di ricevere la risposta alla diffida legale inviata la settimana scorsa, continuerà a vigilare affinché siano tutelati il nome Fabriano e la reputazione della città, e soprattutto siano tutelati i lavoratori e i posti di lavoro".
Sull’approccio del governo espresso dal ministro Urso – ovvero che non si può usare il marchio in maniera differente rispetto a quanto previsto dalla legge –, interviene anche il governatore Acquaroli: "Ringrazio Urso per avere difeso l’Italia e le Marche". Perplesso il segretario regionale di Uilcom Marche, Valerio Monti. "Non posso non evidenziare che non c’è una data (per lo stop all’accordo, ndr), ma solo l’indicazione che ci vorrà tempo – osserva –. Nel frattempo, però, carta per ufficio col marchio Carta Fabriano sarà prodotta e commercializzata. La non quantificazione dei tempi sarà sicuramente un tema che porterò all’attenzione del nuovo incontro convocato dall’assessore al lavoro Stefano Aguzzi con i sindacati e con l’azienda, per fare il punto sull’accordo firmato al ministero delle imprese e del made in Italy dopo la chiusura della società Giano srl". A oggi, sono circa 40 o 50 i lavoratori non ricollocati a tempo indeterminato.