Fermo, 15 gennaio 2025 – Cambia il codice della strada e cambiano le abitudini dei cittadini patentati. Dall’entrata in vigore del nuovo codice con conseguente spettro del rischio ‘ritiro patente’ legato alla rigidità del tasso alcolico di chi è alla guida, le farmacie hanno registrato un boom di vendite di test da effettuare autonomamente per conoscere il proprio livello di alcol nel sangue, e di conseguenza mettersi al volante sicuri o rinunciare. Si aggiunge la preoccupazione di chi si mette alla guida ma sta affrontando percorsi di cura con farmaci a base di oppioidi o di benzodiazepine, diffusissimi per la cura di malattie di natura ansiogena o psichiatrica, rilevabili però come ‘sostanze stupefacenti’. Con l’entrata in vigore del nuovo codice della strada, cambiano anche le abitudini a tavola dei patentati, che bevono meno alcol o per niente o si organizzano in comitive all’interno delle quali, un membro sia destinato alla guida, pertanto beva rigorosamente solo acqua. A confermarlo i titolari di bar, ristoranti e pub della provincia di Fermo. “La gente è spaventata dall’ipotesi del ritiro della patente e si premunisce a fronte del rischio acquistando i test – spiega Marco Meconi, presidente Federfarma Marche e titolare della farmacia Lunerti Meconi di Altidona – basti pensare che attualmente nelle Marche si registra una vendita media giornaliera di 1500 test alcolici distribuiti dalla cooperativa di farmacisti, a cui si aggiungono quelli delle vendite dirette, quindi la media diventa del doppio”.
Prima dell’entrata in vigore del nuovo codice, in che quantità venivano venduti?
“Pari a zero”
Quante tipologie di test sono in vendita e che costi hanno?
“C’è quello qualitativo usa e getta, dal costo variabile dai 2 ai 5 euro. Il qualitativo o rapido non fornisce indicazioni sull’entità del tasso alcolico, ma segnala la presenza di alcool nel sangue attraverso tre colorazioni del test: verde (traccia inesistente) giallo (tracce rilevate) rosso (consiglio di non mettersi alla guida). Disponibile anche il test quantitativo o digitale, ripetibile come dispositivo elettronico, dal costo di circa 30 euro a salire. Contrariamente al primo, questo test fornisce indicazioni precise e puntuali sull’entità del tasso alcolemico”.
Qual è il target d’età dei clienti che acquistano i test?
“Va dal giovanissimo che esce con gli amici, al professionista che fa lavoro di rappresentanza e viaggia quotidianamente, fino all’anziano abituato ad andare al bar dopocena per un caffè ed un amaro”.
Quali sono le domande che vengono maggiormente rivolte dai clienti al farmacista?
“Riguardano maggiormente la preoccupazione per gli esiti del test da sostanze stupefacenti, di coloro che sono in cura con medicinali quali ansiolitici, tranquillanti, quelli prescritti in casi di terapie del dolore, glaucoma, fibromialgia o addirittura da cannabis terapeutica che meriterebbe un discorso a parte”.
In che senso?
“La cannabis ad esempio non viene smaltita in breve tempo, ma può rimanerne traccia anche per una settimana”.
Quindi cosa risponde in questi casi il farmacista?
“Noi non facciamo le leggi, né siamo chiamati a farle rispettare. Certo la professionalità acquisita dal farmacista consente di conoscere come, certe tipologie di farmaci, possono alterare le condizioni psicofisiche di chi li assume. Da qui, il farmacista informa e raccomanda attenzione e buon senso che dovrebbe sempre precedere la legge. Vale sia per chi legifera che per chi ne è chiamato al rispetto”.