Ancona, 12 maggio 2022 - Nell'ultima giornata si sono registrati 1.317 positivi e l'incidenza ogni 100mila abitanti è scesa sotto 600 rispetto a ieri (da 607,47 a 597,57). Inoltre, si è verificato un brusco calo di ricoveri legati al Covid nelle Marche: 16 in meno in 24 ore, ora sono in totale 121, di cui 3 ricoverati in terapia intensiva (invariati rispetto a ieri), 23 in semintensiva (4 pazienti in meno di ieri) e 95 in reparti non intensivi (12 in meno di ieri); 26 pazienti sono stati dimessi.
Purtroppo, ci sono stati altri quattro decessi correlati alla pandemia: si tratta di persone con patologie pregresse e, nel dettaglio, un 62enne di Fano, una 83enne di Mondolfo (Pesaro Urbino), un 89enne di Senigallia (Ancona) e un 75enne di Acquasanta Terme (Ascoli Piceno).
Sul fronte tamponi ne sono stati analizzati 4.285, di cui 3.700 nel percorso diagnosi (35,6% di positivi) e 585 nel percorso guariti. Il totale di positivi è sceso così a 5.876 (226 in meno di ieri) e gli isolamenti domiciliari sono ora 15.075 (59 in meno di ieri) mentre i guariti e dimessi sono 450.436 (1.543 in più rispetto a ieri). In tutto solo 74 persone sono ospiti di strutture territoriali e 16 in osservazione nei pronto soccorso.
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La mappa del contagio
Nel dettaglio, ad Ascoli Piceno si sono registrati 240 nuovi contagi, a Pesaro-Urbino 217, a Macerata 260, ad Ancona 390, a Fermo 158 e fuori regione 52. Tra le fasce d'età, 333 positivi tra i 25 e i 44 anni e 311 tra i 45 e 59 anni.
Il report Gimbe: in una settimana -23,2% di casi nelle Marche
Nella settimana 4-10 maggio si è registrata nelle Marche una performance in miglioramento per i casi attualmente positivi al coronavirus ogni 100mila abitanti (416) e una diminuzione dei nuovi casi (-23,2%) rispetto alla settimana precedente, come emerge dal monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe. A guidare la classifica dei nuovi casi per 100.000 abitanti, a livello provinciale, è Ascoli Piceno con 818 (-26,2% rispetto alla settimana precedente), seguita da Fermo con 626 nuovi positivi (-23%), Macerata con 607 (-16%), Ancona con 550 (-20%) e Pesaro e Urbino con 480 (-29,7%).
Per quanto riguarda l'occupazione di posti letto da parte di pazienti Covid-19, la regione si colloca sotto la media nazionale, con il 13% in area medica e l'1,7% in terapia intensiva. In merito ai vaccini, fa sapere Gimbe, la percentuale di popolazione over 5 anni che non ha ricevuto nessuna dose di vaccino è pari al 8,1% (mentre la media nazionale è del 7%) a cui aggiungere la popolazione over 5 anni temporaneamente protetta, in quanto guarita da Covid da meno di 180 giorni, pari al 6,7%.
La copertura vaccinale
Invece, la percentuale di popolazione over 5 anni che non ha ricevuto la terza dose di vaccino è pari a 4,8% (quella italiana è 5,9%) a cui si aggiungono gli over 5 anni guariti da meno di 120 giorni, che non possono ricevere la terza dose nell'immediato, pari al 13,2%.
Il tasso di copertura vaccinale con quarta dose per le persone immunocompromesse è del 12,9% (la media italiana è del 21%), mentre quello per over 80, ospiti RSA e fragili (fascia 60-79) è del 4,5% (a livello nazionale, 8,7%).
Nelle Marche, infine, la popolazione 5-11 che ha completato il ciclo vaccinale è pari al 20,1% (34,4% a livello nazionale) a cui aggiungere un ulteriore 2,3% (3,5% la media italiana) che ha ricevuto solo la prima dose.
Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, si è espresso in merito all'andamento del ciclo vaccinale, affermando: "le inaccettabili disuguaglianze regionali sulle coperture con le quarte dosi dimostrano che le strategie di chiamata attiva sono molto più efficaci della prenotazione volontaria. Tuttavia, la lentezza con cui procedono le somministrazioni è spia di una serpeggiante esitazione vaccinale, spesso alimentata da discutibili consigli sanitari, che invitano ad aspettare l'autunno per effettuare l'ulteriore richiamo con vaccini aggiornati. In realtà - prosegue - questa strategia attendista può essere molto rischiosa per tre ragioni. Innanzitutto, non vi è alcuna certezza su quando saranno disponibili questi vaccini 'aggiornati1; in secondo luogo, i dati dimostrano sia il calo progressivo dell'efficacia vaccinale sulla malattia grave, sia una elevata mortalità negli over 80 già coperti con la terza dose; infine, si consolidano sempre più le prove di efficacia della quarta dose nel ridurre ospedalizzazioni e decessi. Senza mezzi termini: tenendo conto sia della particolare fragilità della platea a rischio, sia della elevata circolazione virale, la quarta dose deve essere fatta subito".