
Una manifestazione delle maestranze della Beko Europe dopo le chiusure e i tagli annunciati dalla multinazionale (foto d’archivio)
COMUNANZA (Ascoli)La buona notizia è che ci saranno investimenti negli stabilimenti marchigiani (circa 77 milioni) e lo stabilimento di Comunanza non sarà chiuso, come annunciato dal ministro Urso. La cattiva, invece, riguarda gli esuberi: tra ottanta e cento a Comunanza, quasi trecento a Fabriano. La partita del piano industriale di Beko Europe è tutt’altro che chiusa, come dimostra l’esito (seppur interlocutorio) del tavolo tecnico di ieri al Mimit. Cominciato alle 12.30, l’incontro si è protratto fino alla serata ed è stato caratterizzato anche da momenti di tensione. Per il governo c’erano la sottosegretaria Fausta Bergamotto e il consulente del ministro, Giampietro Castano; poi i sindacati e dall’altra parte del tavolo i vertici della Beko. L’azienda ha confermato l’intenzione di mantenere operativo il sito di Comunanza, sebbene con una riduzione della produzione mirata a contenere le perdite economiche, stimate in 10 milioni. La multinazionale ha poi presentato un piano di investimenti da 15 milioni: quattro destinati allo sviluppo di nuovi prodotti, altrettanti per il miglioramento dei processi produttivi, idem per ricerca e sviluppo, tre milioni per l’installazione di pannelli solari. Tuttavia, il piano prevede anche una significativa riorganizzazione della forza lavoro, con una riduzione di personale stimata tra ottanta e cento unità, oltre alla mancata conferma dei lavoratori somministrati, cioè quelli assunti con agenzia. L’azienda ha annunciato poi la cessazione della produzione delle lavatrici di fascia bassa, dei modelli Slim e delle lavasciuga a marchio Indesit. Secondo il piano industriale aggiornato, il sito di Comunanza dovrebbe assestarsi su una produzione annua di 430mila pezzi, con un organico ridotto a 220 lavoratori. Al momento, non sono stati forniti dettagli sulle modalità di gestione degli esuberi e del personale interinale, un nodo che potrebbe essere affrontato nel corso del prossimo incontro, previsto per giovedì alle 14.Altri due incontri sono già stati fissati per il 14 e il 18 marzo. Per Fabriano restano ancora gravi problemi per la componente impiegatizia: 225 esuberi dei 628 a livello nazionale tra i colletti bianchi. Restano 68, invece, gli esuberi nel sito di Melano, dove comunque saranno investiti 62 milioni per lanciare una nuova piattaforma di piani cottura. "Il negoziato è stato lungo, ma riteniamo vi siano solide basi per proseguire il confronto in modo costruttivo – ha detto Maurizio David Sberna, direttore relazioni esterne di Beko –. Ci aspettiamo che nei prossimi appuntamenti si possa consolidare ulteriormente, per garantire un futuro sostenibile e di lungo periodo alla presenza di Beko in Italia". "Giudichiamo i cambiamenti al piano industriale e le posizioni dell’azienda ancora insufficienti, poiché non trovano una soluzione per tutte le fabbriche e le divisioni impiegatizie – replicano i sindacati Fim, Fiom, Uilm e Uglm –. Non garantiscono investimenti idonei a rilanciare le produzioni italiane e c’è un numero ancora alto di esuberi".