Barbara (Ancona), 26 ottobre 2022 - Le telecamere delle Iene a Barbara per seguire le ricerche dell’ultima dispersa dell’alluvione delle Marche, la 56enne Brunella Chiù. Il servizio è andato in onda nella puntata di ieri sera. L’inviata del programma di Italia Uno, Nina, ha raggiunto negli scorsi giorni in contrada Coste Simone Bartolucci, il figlio 23enne di Brunella, che a causa dell’esondazione killer del fiume Nevola ha già perso la sorella 17enne Noemi (video).
“Mamma potrebbe essere ovunque”, ha confidato Simone alla giornalista. Un soccorritore dei carabinieri, che congiuntamente a vigili del fuoco, guardia di finanza, protezione civile, soccorso alpino e volontari proseguono da oltre quaranta giorni nelle ricerche, lo guardava fisso negli occhi: “È come se cercassi la mia di mamma. Anche perché se non ci credi, non si va avanti”. Dunque, sulle mancate allerte e ripercorrendo quella notte maledetta del 15 settembre, Simone non ha avuto dubbi: “Difficile farsene una ragione – ha aggiunto -. Avevamo appena cenato, mamma era nel suo letto, io nel mio e Noemi nel divano”. Simone ha ricevuto una chiamata di un amico che vive più a nord, dove l’acqua stava già facendo sfracelli dal tardo pomeriggio: “Scappate”.
E così hanno fatto. La luce non c’era più, fulmini e lampi illuminavano il cielo. “Ce ne siamo andati – ha spiegato Simone -. Mamma e Noemi in una macchina, io nell’altra”. Il fiume era ancora dentro gli argini, poi un’onda anomala che li ha travolti, “come se si fosse rotta una diga. Le ho viste per l’ultima volta”. Poi, sua mamma e sua sorella, sono sparite nel buio. Simone, invece, sommerso dalla piena e dal fango, ha raccontato quegli attimi concitati fino a quando è riuscito a raggiungere un albero e così la sua salvezza: “Provavo paura, tensione. Non so che dire. Piangevo”.
E con il telefono quasi scarico ha chiamato la fidanzata Valentina, raccontandole quanto accaduto, e i vigili del fuoco, che l’hanno salvato dopo alcune ore: “Ero aggrappato a quell’edera. Quante volte ho pensato di tagliarla, invece mi ha salvato. È stato il mio destino. Un nome a quest’albero? Amico”.
In chiusura una riflessione di Simone: “Spero solo non ricapiti mai più". Considerata il precedente dell’alluvione del 2014 e con la tecnologia che c’è oggi, forse "la tragedia poteva essere evitata -ha concluso -. Noemi? L’ho vista due volte, quando l’hanno ritrovata (il cadavere era otto chilometri più a valle, ndr) e prima che la chiudessero. Se sono arrabbiato? Vorrei soltanto trovassero mamma. Mi aiuterebbe a sapere che è lì, non dispersa chissà dove. Vorrei almeno avere il suo corpo, in modo che possa avere una degna sepoltura e stare vicina a Noemi”.