Ancona, 13 settembre 2023 – "Ho sentito Simone dopo aver appreso la notizia, abbiamo pianto insieme. Per lui è finito un incubo, trovare la madre era un'idea fissa”. Simone, il figlio di Brunella Chiù è chiuso nel silenzio e per lui parla il sindaco di Barbara che commenta il ritrovamento, a un anno di stanza, del corpo della donna di 56 anni, ultima dispersa della terribile alluvione nelle Marche del 15 settembre 2022.
Ritrovato in mare alle Tremiti
Brunella Chiù è quindi la tredicesima vittima: fu travolta dall’andata del Nevola a Barbara, in contrada Coste, nel Senigalliese e con lei perse la vita la figlia Noemi. L’altro figlio, Simone, si salvò aggrappandosi a un albero. Ora sappiamo che il corpo di Brunella è arrivato al mare ed è poi riemerso il 3 novembre 2022 nelle acque davanti alle isole Tremiti, a circa 350 chilometri da Ancona, ed è attualmente sepolto al cimitero di Vieste (in provincia di Foggia).
I resti della povera mamma di Barbara sono stati cercati per tutti questi mesi dagli uomini della Forestale - Nipaaf dell’Aquila che hanno scandagliato chilometri e chilometri assieme alle unità cinofile. A confermare l’identità dei resti è stato il test del Dna affidato ai carabinieri del Ris di Roma.
Il ringraziamento di Acquaroli
“Esprimo a nome dell’intera comunità – commenta il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli – il ringraziamento e la riconoscenza ai carabinieri forestali e all’autorità giudiziaria per il fondamentale lavoro che ha condotto al ritrovamento di Brunella. La nostra gratitudine va alla Prefettura di Ancona, a tutte le forze dell’ordine, alla protezione civile e alle altre Istituzioni che si sono prodigate sin dai primi momenti nelle attività di ricerca”. Gli fa eco il presidente della Provincia di Ancona Daniele Carnevali. "Questa notizia arriva a due giorni dall'anniversario di quanto accaduto un anno fa. Renderemo omaggio a tutte le vittime, impegnandoci a far sì che drammi come questo non si ripetano mai più".
Una famiglia distrutta
Nella catastrofe perse la vita anche la figlia di Brunella, Noemi Bartolucci, di 17 anni. Mentre il figlio 23enne Simone Bartolucci riuscì a salvarsi restando per ore aggrappato a un albero, fino all’arrivo dei vigili del fuoco.
Le due donne invece sono state raggiunte dallo “tsunami” di acqua e fango, mentre tentavano di mettersi in salvo in auto: Noemi era stata ritrovata morta in un campo a Corinaldo all'indomani, di Brunella invece nessuna traccia per mesi, fino ad oggi.
Tredici vittime ufficiali
Con il ritrovamento di Brunella Chiù il numero delle vittime della catastrofe passano ufficialmente da 12 a 13.
La vittima più giovane: Mattia Luconi, 8 anni
La vittima più giovane fu Mattia Luconi, 8 anni, strappato via dalla violenza dell’acqua dalle braccia di mamma Silvia. Fu ritrovato il 23 settembre a San Lorenzo in Campo (Pesaro Urbino).
Tutti i nomi, per non dimenticare
Le persone che hanno perso la vita abitavano a Pianello d'Ostra, Ostra, Trecastelli, Barbara, Bettolelle, Rosora e Arcevia in provincia di Ancona. A Pianello d’Ostra: due sono padre e figlio, Giuseppe e Andrea Tisba, di 65 e 25 anni. Con loro c'era anche Diego Chiappetti, 52 anni. La quarta vittima di Ostra è Fernando Olivi, 82 anni, la quinta Mohamed Enaji, di 42 anni (cittadino italiano di origine marocchina), A Barbara, invece, è morta Erina Febi, detta Rina, 77enne originaria di Montecarotto. Sempre a Barbara Noemi Balducci e la mamma Brunella Chiù. A Trecastelli Maria Luisa Sereni, ottantenne. In una frazione di Senigallia, Bettolelle, è morto Gino Petrolati, 89 anni. La decima vittima che si aggiunse all'elenco fu Augusto Montesi, 82 anni, di Rosora. L’undicesima vittima ritrovata fu Michele Bomprezzi, di 47 anni fratello dell'ex sindaco di Arcevia Andrea Bomprezzi. E poi il piccolo Mattia Luconi, il figlio della farmacista Silvia Mereu.
Il papà di Mattia Luconi: “Non siano morti invano”
“A un anno dall'alluvione non vorrei che la morte di mio figlio e quella delle altre 12 persone sia stata vana, tutto sembra rimasto come quella maledetta sera”: a dirlo è Tiziano Luconi, il papà del piccolo Mattia. “Sono stati mesi difficili - racconta Tiziano -. Mesi che ho trascorso sentendomi Mattia accanto, ma vivendo anche un senso di profonda rabbia per quello che è successo”. “Non amo fare polemiche e non è mia intenzione farne nemmeno oggi - aggiunge il papà -. Ma a me sembra che non sia stato fatto un granché per migliorare la sicurezza di questi territori”. “So che i tempi della burocrazia sono sempre molto lunghi, ma penso, praticamente tutti i giorni, a cosa accadrebbe se dovesse scatenarsi una nuova alluvione”, si chiede.
“Ho letto che è pronto il progetto per ricostruire il ponte Coppetto a Ostra - dice ancora il papà -. Ma un anno dopo mi sembra un po’ poco, ma forse sono io che non riesco a comprendere i tempi delle pubbliche amministrazioni”. “Quando dico di temere che la morte di Mattia e delle altre persone possa risultare vana, è perché ho davvero il timore che non si arriverà mai a mettere in sicurezza questi luoghi e tutti gli altri territori a rischio - insiste Tiziano -. Quello che è accaduto pochi mesi fa in Romagna dà ragione alle mie paure”. “In questi 12 mesi ho cercato più di sopravvivere più che di vivere, Mattia era la mia vita e mi manca da impazzire, così come manca da impazzire alla mamma”, racconta ancora Luconi. “Per andare avanti non ci resta che tenere viva, a modo nostro, la memoria di Mattia e lo possiamo fare soltanto sentendocelo vicino, addosso, in ogni istante delle nostre giornate”, spiega il papà. Che conclude con un appello alle istituzioni: “Onorate la memoria dei nostri cari che non ci sono più e avete solo un modo per farlo, fate in modo che ciò che è accaduto non si ripeta mai più”.